mar piccolo
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«Sono positivi i commenti del Ministro della Difesa in merito al passaggio all’Autorità Portuale di Taranto della banchina della “Stazione Torpediniere” sul Mar Piccolo, per consentirne la sua riconversione per cosi detti fini turistici. Trattasi di creare nuove infrastrutture per accogliere nel Mar Piccolo navi da crociera di media dimensione e degli yacht anche di grandi dimensioni. Su questo, l’Autorità Portuale di Taranto ha presentato uno studio di fattibilità, non rintracciabile on-line, che evidenzia le difficoltà dal punto di vista ambientale.» E’ quanto affermano in una nota gli attivisti del Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo Taranto”.

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«Il Mar Piccolo – ricordano i penta stellati ionici – è un area classificata “sensibile”, utilizzata per attività di mitilicultura e interessata da una biodiversità ricca e affascinante (ad esempio gli splendidi cavallucci marini). È giunto, per noi il momento non più differibile di difendere e tutelare il Mar Piccolo, senza se e senza ma. Il cuore pulsante dell’economia di Taranto per millenni non può continuare ad essere oggetto di attività che producono inquinamento ma, al contrario, va valorizzato mettendo in sicurezza l’intero patrimonio naturale. Il Sindaco di Taranto non ha nessuna sensibilità verso l’ambiente e non ha mai dimostrato lungimiranza politica nella progettazione della città pertanto non ci stupisce che accolga favorevolmente questo progetto.

Probabilmente perché non conosce il termine “intermodalità” per cui vorrebbe far attraccare navi passeggeri in un punto che non ha infrastrutture di collegamento quali strade, ferrovie, parcheggi per i mezzi di trasporto pubblici e privati. Il tutto avviene mentre il Porto di Taranto in Mar Grande continua a rimanere immobile e soggetto ad attività industriali che bloccano le potenzialità dello stesso per via di concessioni decennali ad industrie che ormai sono arrivate al capolinea.

Ma non solo perchè l’area in oggetto risulta compromessa dal punto di vista ambientale e un ulteriore carico antropico potrebbe solo peggiorare la situazione. Per questo, dal nostro punto di vista, le attività dell’arsenale, che per un secolo ha inquinato i fondali del Mar Piccolo, devono essere spostate in Mar Grande e trovare spazio nella zona a Chiapparo (di pertinenza della Marina Militare) oppure nella zona del porto industriale, liberando per sempre il Mar Piccolo dalla presenza ingombrante che ha precluso alla città anche la visuale sul piccolo mare interno di Taranto. E intanto il Ministero della Difesa continua a promuovere da anni, senza alcun risultato, il piano “Brin” per l’ammodernamento dell’Arsenale, oltre 70 milioni di euro di spesa complessiva per continuare a privare Taranto del suo Mar Piccolo.

Per programmare e pianificare il futuro di questa città occorre lungimiranza politica e presa di coscienza da parte di chi gestisce, – concludono gli attivisti del Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo Taranto” – criteri che mancano al Sindaco e alle attuali forze politiche che fino a qualche settimana fa continuavano a sostenere ed affermare la malsana idea di una Taranto a “vocazione industriale”.
Le proposte di questi personaggi non le accettiamo, perché le riteniamo assolutamente oscene

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