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«L’ANCE Confindustria Taranto nel dibattito dell’imminente scadenza elettorale porta i temi che riguardano la filiera delle costruzioni. Crediamo si debba partire da qui – dice Paolo Campagna, presidente di ANCE Taranto – e per questo abbiamo inviato a tutti i candidati nei collegi tarantini di Camera e Senato una bozza di lavoro che costituisce il manifesto per le politiche dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili.»

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«10 temi strategici che attraversano la perdurante crisi del settore inanellati da parole chiave come sburocratizzazione, tecnologia e innovazione, qualità ed efficienza.
I temi sono nazionali – spiega Campagna – ma la coniugazione su Taranto riveste un ruolo ancora più importante, perché mentre ci interroghiamo su modelli di sviluppo integrativi, tutele, riqualificazione e bonifiche del territorio, sperdiamo un grande patrimonio di aziende e forza occupazionale che invece costituiscono al momento l’unica vera opportunità di inversione di tendenza.
Una filiera che a Taranto negli ultimi anni ha dimezzato il suo fatturato e la sua forza lavoro e che invece proprio per natura stessa della sua capacità produttiva non delocalizza, utilizza maestranze locali, realizza qui i suoi investimenti e fortifica una filiera di artigiani, imprese e fornitori estremamente localizzata.

E’ la regola di uno dei settori anticiclici per eccellenza – sottolinea il presidente di ANCE Taranto – e che pertanto chiede attenzione e politiche adeguate partendo proprio dagli impegni del propri rappresentanti in Parlamento, liberi finalmente da approcci ideologici sbagliati rispetto a un settore che ha saputo evolversi e qualificarsi.
Il Manifesto dell’ANCE parte dunque dai dati della mancata crescita: -3% nel comparto delle opere pubbliche per un 60miliardi in meno di investimenti nel settore delle infrastrutture negli ultimi dieci anni.

La priorità – dice Paolo Campagna – è ripartire. Per farlo abbiamo bisogno di contrastare l’inefficienza della Pubblica Amministrazione, rivedere con lungimiranza il Codice degli appalti e spingere verso quella rigenerazione urbana con strumenti fiscali e normativi adeguati. Quest’ultimo aspetto a Taranto avrebbe il merito di arrestare l’ulteriore consumo del territorio e recuperare una parte del patrimonio immobiliare storico, culturale e architettonico di una città e di tanti centri storici che sono la nostra ricchezza anche in termini di appeal turistico.

Sono temi su cui chiediamo impegni – conclude il presidente di ANCE – a Roma come a Taranto. I candidati in campo ci diano un segnale

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