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“La Puglia agricola cresce in termini di quantità e qualità, con un tessuto imprenditoriale che, con tutta evidenza, è dinamico e ricettivo e che ha dimostrato di saper fronteggiare avversità climatiche eccezionali come le nevicate di inizio gennaio scorso o il lungo periodo di siccità estivo. I dati che Coldiretti Puglia ha quest’oggi diffuso ci confermano un’annata agraria, per l’anno che sta volgendo al termine, più che soddisfacente: si tratta ad oggi di 3,3 miliardi di euro di Produzione Lorda Vendibile e una crescita, rispetto allo scorso anno, del 15,07%. L’agroalimentare è, quindi, senza alcun dubbio, motore trainante della nostra economia regionale”. E’ il commento dell’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, a margine dell’incontro di Coldiretti Puglia in cui sono stati presentati i dati dell’agroalimentare pugliese 2017.

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“Ringrazio la Coldiretti – ha sottolineato di Gioia – per aver divulgato dei dati che confermano le rilevazioni che i nostri Uffici regionali stanno elaborando analiticamente e che, certamente, ci incoraggiano a far di più e meglio per sostenere un settore economico centrale per la nostra Regione. La Puglia, come ho sottolineato a più riprese, ha numeri da record: un impiego di forza lavoro sopra la media nazionale (12% sul totale), il più alto numero di aziende agricole in Italia (sono 255.608, ovvero il 17,4%) e una varietà agroalimentare straordinaria e tra le più ricche in Italia. Numeri che sono un potenziale e che ci spingono ad attuare una strategia di programmazione sempre più mirata ed efficace. La nostra è un’agricoltura di qualità e con un potenziale che va sostenuto, monitorato, studiato e stimolato. Il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 è di sicuro il più importante strumento che abbiamo a disposizione, per investire anche in ricerca scientifica, sì da accrescere e sviluppare l’efficienza del nostro sistema agricolo e delle aziende che operano sul territorio.

Più innovazione e aggregazione ci permetteranno di migliorare le performance delle imprese, in termini di sostenibilità economica, di qualità e quantità, sì da competere di più e meglio anche sui mercati esteri”.

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