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Sospendere, almeno per un certo periodo di tempo, gli adempimenti tributari e previdenziali a carico delle imprese dell’appalto Ilva: è quanto chiede Confindustria Taranto, direttamente al Premier Matteo Renzi, alla luce della disastrosa situazione in cui versano le imprese dell’indotto siderurgico, dopo mesi di mancato pagamento, da parte della stessa Ilva, dei lavori già effettuati. Lo rende noto un comunicato della associazione datoriale che spiega: «I crediti scaduti e non riscossi da parte delle imprese dell’appalto ammontano ad oggi a circa quarantasei milioni di euro. Le imprese interessate sono, in Puglia, duecentonovantacinque. Molte di queste realtà imprenditoriali, grandi, medie e piccole, sono sull’orlo del fallimento, alcune già in procinto di chiudere.

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Confindustria – prosegue il comunicato – ha in questi ultimi mesi messo in campo tutta una serie di iniziative che potessero in qualche modo sostenere e supportare le aziende dell’appalto in questa difficilissima congiuntura.

L’azione di pressing degli industriali nei confronti delle banche, e la forte interlocuzione con la Prefettura, hanno portato alla stipula di un accordo col quale l’Ilva si è impegnata a certificare verso le banche i crediti vantati dalle aziende appaltatrici per le attività effettuate, in modo che gli stessi istituti di credito possano anticipare le fatture e ridare in tal modo un po’ di ossigeno alle casse asfittiche di moltissime realtà, piccole e grandi, del territorio. Questo primo intervento, però, da solo non può bastare.

Ecco perchè Confindustria ha messo a punto un documento – inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri e per conoscenza a Prefetto, Presidente della Regione, Sindaco di Taranto e parlamentari jonici- con cui si compie un breve excursus delle varie tappe che hanno fin qui contraddistinto la vicenda Ilva in sede governativa: i provvedimenti d’urgenza, il quadro giuridico, le peculiarità della vicenda, sicuramente unica -e purtroppo solo in senso negativo – nel suo genere a livello nazionale, e le prospettive di intervento.

In ogni passaggio di questo complesso iter – evidenzia il comunicato di Confindustria – c’è il riferimento ad una situazione “grave ed eccezionale” che riguarda l’area di Taranto e ci sono conseguentemente ipotesi di intervento di carattere straordinario.

Alla luce di questo fondamentale aspetto, e dopo un’approfondita analisi della vicenda così come si è dipanata negli ultimi due anni, è stata verificata la sussistenza dei requisiti e quindi delle condizioni idonee all’applicazione dell’articolo 9 comma 2 della legge 27 luglio 2000, n° 2012, che attribuisce al Ministro delle Finanze, sentito il Ministro del Tesoro, il potere di “sospendere o differire il termine per l’adempimento degli obblighi tributari a favore dei contribuenti interessati da eventi eccezionali ed imprevedibili”.

Tale applicazione – evidenzia Confindustria – consentirebbe alle imprese dell’indotto di superare lo stato attuale di impasse in attesa di una ripresa del normale flusso di liquidità che è auspicabile possa arrivare a breve- presumibilmente dopo la pausa estiva- anche a seguito dell’insediamento del nuovo commissario Ilva e del nuovo management preposto alla gestione della produzione.

Si tratterebbe, a tutti gli effetti, di un provvedimento vitale per le imprese e per il prosieguo della loro attività da qui ai mesi a venire: abbattendo i costi derivanti dagli oneri fiscali e tributari si produrrebbe infatti la cosiddetta boccata d’ossigeno utile almeno per bypassare un periodo di grande criticità che dura oramai da molti mesi.

La complessiva situazione di stasi che Confindustria ha già denunciato a più riprese – continua il comunicato – aggrava ulteriormente le prospettive di ripresa delle aziende che operano nell’indotto. Ricordiamo che solo il 10 giugno scorso Confindustria Taranto ha inviato al Premier una lettera con cui si faceva riferimento alla mancanza di risorse per rendere operativi il piano ambientale e quello industriale (presumibilmente da redigere ex novo in virtù dell’insediamento del nuovo commissario), proponendo soluzioni e interventi di carattere urgente: solo pochi giorni fa, l’associazione è tornata a denunciare al Ministro dell’Ambiente Galletti l’analoga situazione che riguarda il complesso iter delle bonifiche, paralizzato a causa della perdurante vacatio venutasi a creare dopo l’avvenuto pensionamento del commissario Alfio Pini.

La preoccupazione ulteriore – conclude il comunicato di Confindustria Taranto – è che la pausa estiva possa, come spesso accade, causare un ulteriore rinvio della soluzione dei molteplici problemi che si registrano attorno alla vicenda Ilva e che ben prima di settembre la situazione possa esplodere anche sul piano sociale: le aziende dell’indotto, infatti, in assenza di provvedimenti mirati, hanno già prospettato clamorose forme di protesta che potrebbero dare il via ad una situazione non più gestibile e controllabile

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