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«Una risposta a chi continua a negare l’esistenza di un’emergenza legata allo sfruttamento del lavoro migrante in agricoltura attraverso l’illecita mediazione di caporali. Assieme, dell’utilità di una legge – la 199 del 2016 – che giustamente interviene in maniera dura contro chi agisce per profitto in spregio a ogni norma e della dignità delle persone.» E’ il commento che firmano congiuntamente Cgil e Flai di Puglia e Camera del Lavoro e Flai di Taranto – con i segretari generali Pino Gesmundo, Antonio Gagliardi, Paolo Peluso e Lucia La Penna – in merito all’inchiesta condotta dai Carabinieri che ha portato all’arresto del titolare di un’impresa e del suo caporale nell’agro di Ginosa, accusati di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro di 35 braccianti romeni, che in nero erano costretti a prestare l’attività lavorativa in condizioni di sottomissione e in violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

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«E’ uno dei primi casi di applicazione della nuova normativa, che ha portato al sequestro preventivo finalizzato alla confisca di immobili e mezzi strumentali dell’azienda per un valore di circa 300mila euro. Questa inchiesta, come riconosciuto dalle stesse forze dell’ordine, ha origine dalle denunce fatte dalla Flai di Taranto destinataria a febbraio scorso delle drammatiche testimonianze di alcuni lavoratori rumeni che erano riusciti a liberarsi dalle condizioni di costrizione e umiliazione cui erano costretti dal caporale loro connazionale. Va dato atto al coraggio di questi lavoratori, alcuni anche oggetto di violenze per essersi ribellati a questo sistema di sfruttamento. E proprio a partire da questa vicenda abbiamo ospitato a luglio il maggiore sindacato di Romania, Fratia, incontrando proprio a Ginosa e in altre centri della regione la folta comunità di lavoratori rumeni che vive in Puglia.

Per Cgil e Flai l’unica strada è ribellarsi, denunciare i propri aguzzini, e affidarsi alle tutele del sindacato. Occorre spezzare questo sistema perverso che lucra sulla pelle e la fatica di uomini e donne, stranieri e italiani. Non è così che può competere il nostro sistema agricolo sui mercati internazionali. Bene allora l’azione repressiva ma serve assieme un lavoro preventivo che parta dal favorire l’incontro legale tra domanda e offerta di lavoro, da misure legate all’accoglienza dei lavoratori stranieri e per il trasporto da e verso i campi. Cgil e Flai da mesi hanno presentato una propria piattaforma, indicando soluzioni e anche possibili canali di finanziamento, e vorremmo che le istituzioni a partire dalla Regione Puglia aprissero finalmente dei tavoli di confronto. Allo stesso modo vi è un protocollo sottoscritto presso la Prefettura a Taranto che va fatto vivere nelle misure di contrasto e prevenzione.

Un percorso – conclude Lucia La Penna, segretaria generale della Flai Cgil di Taranto – che insieme alla questione sindacale intercetta il bisogno di un cambiamento culturale delle nostre realtà produttive che pure rappresentano una voce di PIL importante della regione Puglia. Le forze dell’ordine hanno svolto e possono svolgere un ruolo importante per difendere la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e chiediamo Che si continuino a presidiare e controllare le strade, sono centinaia i pullman che attraversano le statali 100 e 106 ; la legge 199 è uno strumento straordinario per contrastare l’antico fenomeno del caporalato, partendo da fatti di cronaca come questi servirà impegnarsi sempre di più, anche sul fronte della legalità e del rispetto delle norme che regolano il mercato del lavoro da parte delle aziende che attingono alle risorse finanziarie predisposte dal Programma di Sviluppo Rurale della Puglia

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