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Cerchiamo di proporre una riflessione serena e severa sulla debolezza della Chiesa di Papa Bergoglio. Ho più volte sostenuto che la crisi moderna della Chiesa, che è nata da una caduta della centralità della cristianità e della mancata difesa della “filosofia” mistica, nasce nel momento in cui il grande teologo e Papa Benedetto XVI pronuncia il suo straordinario discorso a Ratisbona.

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In quel discorso si toccano punti essenziali di un percorso economico – religioso e geo-politico che intreccia il mondo ebraico – giudaico e islamico – geo – mediterraneo. Quel discorso, a leggerlo ancora oggi, come ho proposto in un recente convegno a Napoli tra Occidente ed Oriente, non tocca soltanto elementi e modelli di una teologia della tradizione, ma interessa aspetti filosofici che sono dentro il valore della Cristianità intesa come ontologia del sacro. Ma ci sono altri profondi scavi.

Come il rifiuto totale del relativismo. Ciò significa la rilettura totale della cultura razionale – razionalista che è dentro la visione della nuova politica vaticanea di Papa Bergoglio. Quel discorso ruppe alcuni equilibri. Lì si decise che Benedetto XVI era un Papa non mollica e non leggero. Anzi era ed è un Papa pesante, ingombrante per una trasformazione della Chiesa in linea con le volontà occidentali di Obama.
Insomma Benedetto XVI, dopo Giovanni Paolo II, era il papa della filosofia della centralità della Tradizione. Scomodo per i poteri in trasformazione.
Pensate un po’ a come si sono trasformati gli assetti internazionali con l’abbinata Bergoglio – Obama. Soltanto un cieco non riesce a leggere i nuovi assetti. Il caso recente del vescovo di Shanghai è una delle tante dimostrazione di un papa come Bergoglio completamente affidato al neo – illuminismo internazionale e non ha mai difeso, dico mai, la cristianità e i cristiani, anzi è stato proprio questo papa a praticare una immigrazione incontrollata partendo da quelle parole pronunciate a Lampedusa.

Per essere coerente con la mia posizione quarantennale sulle questioni vaticanee che analizzo, appunto da oltre 40 anni, ho cercato di difendere una sola volta Bergoglio quando si parlò di Genocidio Armeno. Ma proprio in quella occasione si notò anche la sua debolezza. Un papa che viene immediatamente zittito nel difendere un genocidio di cristiani massacrati dai musulmani cento anno fa. Zittito perché Obama non ne parlò e non ne parlò neppure Renzi. Oggi rilancia sul Genocidio la Germania ma Papa Bergoglio si guarda bene di riprendere il discorso. Comunque a difendere il vescovo cinese con tessera del partito non ci sono problemi.

Ho letto più volte, ma non da oggi, la posizione del caro amico Antonio Socci. È naturale che la mia posizione è anche la sua perché è un intellettuale serio che conosce le questioni oltre ad essere un cristiano senza peli da mascherare. Il suo ultimo saggio “La profezia finale” pone come centralità la cristianità di due pontefici: Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
I veri pensatori sono ormai sulla posizione tradizionalista e non bergogliana (da Messori a Socci, dal sottoscritto ai giornalisti de “Il Foglio” e così via). Il modernismo relativista lo si trova nei dialoghi tra Papa Bergoglio e l’ateo e laicista Eugenio Scalfari. È inconcepibile che un quotidiano come “la Repubblica” che non ha mai amato Benedetto XVI prende come punto di riferimento Papa Bergoglio.
Cosa è che non funziona? Ma i cattolici che si dicono credenti ed ecumenici si rendono conto che Papa Bergoglio sta portando nel baratro del laicismo la Chiesa? Ora ha la presunzione di cambiare il “catechismo” attraverso una lettura contradditoria della famiglia dopo aver letto l’ambiente attraverso una concezione materialista e gramsciana. Mi chiedo: che senso ha ancora leggere i Vangeli e le Lettere di Paolo durante la messa? Ma i Vangeli e San Paolo non erano autorevoli. Erano profondamente riferimenti di autorevolezza.

La cristianità non è soltanto una fede, è anche una filosofia della fede. Bergoglio cerca di trasformarla nel radicale relativismo. Aveva ragione Benedetto XVI, citato da Antonio Socci, quando disse: “Il nostro futuro e il destino del nostro pianeta sono in pericolo”.
Alcuni mesi fa scrissi che se un Papa si dimette un altro Papa può anche essere dimesso. I Cardinali dovrebbero riflettere. Karol Wojtila ebbe a scrivere: “Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e l’Anti – Chiesa, tra il Vangelo e l’Anti-Vangelo”. Parole profetiche.

Ribadisco ciò che ho già scritto. Per il bene della comunità cristiana papa Bergoglio ritorni a fare il Cardinale. Il Papa emerito ritorni a fare il Papa. Lo dico da cristiano che porta nell’anima il cammino di Santa Teresa d’Avila.

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