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Cosa ci fanno centinaia di scout accampati nelle cave della nostra Fantiano? È la domanda che sicuramente si sta ponendo in queste ore chi sta attraversando le campagne delle cave, magari per una passeggiata in mezzo al verde.

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Si tratta del più coinvolgente raduno scout del mondo: il “San Giorgio”. In queste ore in tutta Italia, migliaia di giovani con il fazzolettone e la camicia azzurra si ritrovano nei boschi e nelle campagne limitrofe ai territori di appartenenza per vivere il rinnovo della promessa scout.
Il 23 aprile la Chiesa tutta festeggia san Giorgio, cavaliere medievale e simbolo del coraggio, della difesa dei deboli e della fedeltà a Cristo. È per tale ricorrenza che nello stesso giorno, gli esploratori e le guide rinnovano solennemente la “promessa scout”, secondo l’invito di Baden-Powell, fondatore dello scoutismo. Rinnovare la memoria serve a saper ricominciare, non dimenticare le proprie origini e rimotivare il cammino verso il traguardo da raggiungere: la formazione della persona. Baden-Powell richiama spesso nei suoi scritti la figura di San Giorgio, invitando gli scout a rifarsi alle sue virtù eroiche per ispirare un sano e robusto itinerario di formazione educativa. Tra gli episodi leggendari, famosa è la liberazione della principessa dal dragone. Soprattutto nel Medioevo la sua lotta contro il drago diventa il prototipo della lotta del bene contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vede incarnati i suoi ideali. Frequentemente, nell’iconografia san Giorgio è raffigurato come il cavaliere che in modo avventuroso ed eroico, uccide il drago dagli occhi di fuoco, stando a cavallo con una lancia fiammeggiante ed uno scudo finemente cesellato. Egli è esempio di cavaliere ardente, entusiasta, fedele, forte, vittorioso. Per questi motivi Baden-Powell lo propone come modello cui dovrebbe ispirarsi ogni scout e guida, anche di fedi diverse dalla cristiana. In particolare, intende incitare ogni scout e guida a impegnarsi, con cuore saldo e gioiosa fiducia, ad aiutare gli altri, a mettersi a loro disposizione, a servizio dei poveri e degli indifesi.

Questo fine settimana, libero dagli impegni lavorativi, si mostra propizio per un bel raduno campestre e per poter riprendere fiato, staccando un po’ dall’affannosa routine quotidiana.

Se vi capitasse di imbattervi in un ragazzino con bussola e cappello, state tranquilli, non è un tecnico del catasto che vuol misurare le vostre terre e nemmeno un avventuriero paramilitare. Sorridete e augurategli che la sua entusiasmante esperienza dello scoutismo gli sia di sostegno perché possa, come recita la “promessa”, “con l’aiuto di Dio e sul suo onore di fare del proprio meglio: per compiere il suo dovere verso Dio e verso il suo Paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare la Legge scout”.

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