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Ci sono libri che stupiscono una volta scritti, ci sono invece libri che stupisce non siano stati scritti prima, tanto importante è il tema da loro trattato.

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Elementi di etica conDIVISA” di Michele Scarati (Booksprint Edizioni, 262 pagine) appartiene a questa seconda categoria, e tratta un tema solo apparentemente marginale, ma che invece riveste una fondamentale importanza nella vita di ciascuno di noi. Sebbene l’opera sia pensata principalmente per il comunque vasto mondo delle donne e degli uomini in divisa (come acutamente fa notare lo stesso titolo), il tema trattato e la sua influenza nel quotidiano di ogni cittadino che abbia ad essere coinvolto in qualche modo con il variegato mondo del “servizio pubblico”, sia come utente che come operatore, fanno si che questo agile volumetto sia una lettura utile ed interessante anche al di fuori dell’ambiente di stellette e alamari.

Come acutamente ricorda l’Autore, “L’essere umano è destinato naturalmente alla vita associativa” (pag. 29) e quindi ciascuno di noi, più volte al giorno, si troverà ad essere parte di una rete di relazioni e rapporti più o meno complessa, in cui viene prestato un servizio materiale o immateriale. Un servizio che, aldilà dei comunque necessari standard di qualità e quantità più o meno misurabili e certificabili, per essere svolto e goduto in maniera ottimale non può prescindere dall’essere svolto in maniera “etica”. Su cosa sia l’etica e su cosa si possa definire etico, Scarati spende molte ed interessanti pagine, arricchite da utili citazioni e opportuni rimandi bibliografici; ad evitare che si possa considerare l’etica come uno di quei principi tanto sbandierati in teoria che disattesi in pratica, l’Autore evidenzia che “E’ indiscutibile, quindi, che l’etica rappresenti un valore complesso, articolato e, nel contesto sociale attuale, non di facile partecipazione ed educazione, ma deve necessariamente nascere e svilupparsi nella coscienza di ognuno già nell’ambito del contesto familiare, maturare in quello scolastico, per poi applicarlo positivamente nel proprio ruolo sociale e di lavoro” (pag. 39). In altre e semplici parole, nessuno può “chiamarsi fuori”, ciascuno è coinvolto come attore protagonista in un processo che necessita dell’apporto di tutti e di ciascuno, e se è vero che – come abbiamo detto – il volume è principalmente pensato per il mondo delle Forze Armate e di Polizia, ovvero per “… chi vive ogni giorno principalmente l’esperienza sulla strada, tra la gente e per la gente ma anche, contestualmente, schiacciato da organizzazioni fortemente gerarchizzate, burocratiche, macchine elefantiache che si impongono con posizioni ancora anacronistiche” (pag. 17) è altrettanto vero che principi e suggerimenti illustrati sono altrettanto utili, fatti pochi e necessari distinguo, per qualunque organizzazione sociale ed economica, poiché “In questo contesto globale e globalizzato , l’elemento più importante di investimento per le aziende, impegnate a rinnovarsi, potrebbe sembrare strano, ma si rileva essere sempre quello della cura e della valorizzazione dell’asset più strategico di cui dispongono: il personale” (pag.11)

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Molti sono i meriti di Michele Scarati nell’aver scritto questo libro, tra i tanti certamente quello di rifuggire da una comoda difesa d’ufficio e cercare colpe e difetti negli altri; nel suo “Elementi di etica conDIVISA” invece non si fa mistero di difetti congeniti e zone grige di apparati statali e singoli Corpi, per dolo o per colpa di chi non ha fatto, ha fatto poco o ha fatto male: bastino come esempi la nota a pag. 46 dedicata al generale Dalla Chiesa, definito “uomo di Stato, vissuto e morto per lo Stato, ucciso da una parte di quello stesso Stato che serviva”, il definire le polizie locali come “scarsamente e infelicemente integrate nel dispositivo di prevenzione generale e di controllo del territorio”, il Codice di comportamento dei dipendenti della P.A. di fatto affossato da una “politica gattopardesca”, la puntuale analisi dei casi di tortura e maltrattamenti perpetrati (dal G8 di Genova in poi) da parte di appartenenti a corpi di polizie,nessuna esclusa.

Scarati tiene ben presente il motto “Medico, cura te stesso” e chiarisce senza giri di parole che “Bisogna rendersi conto, specie per i più anziani di età, di servizio e di grado, che la vecchia polizia, quella dei film anni settanta di Maurizio Merli per intenderci, non esiste più e non ha più spazio per resistere alle costanti innovazioni e ai nuovi meccanismi economici, tecnologici, operativi, giuridici e connessi alle nuove devianze e criminalità” (pag. 14) così come spegne facili entusiasmi di chi si ritenga un cittadino probo per il solo fatto di rispettare le regole, rimarcando che “Una azione compiuta per semplice osservanza delle leggi, e soprattutto per timore di pena, non può essere riconosciuta come buona, ma solo come legale” (pag. 33) e che “Il non far nulla per evitare responsabilità è peggio delle possibili conseguenze di un atto deciso con responsabilità, anche se sbagliando” (pag. 41).

Scarati elenca ed analizza i problemi ed elenca proposte e soluzioni, consapevole che “La formazione è un elemento essenziale per abilitare le polizie a prestare un servizio pubblico efficace, efficiente ed etico ai cittadini della comunità per cui sono al servizio” (pag. 69) e – soprattutto – che “Non basta avere regole scritte e appuntate in una bacheca sino all’ingiallimento , se non si passa attraverso una seria formazione del personale sui temi etici” (pag. 81). Non si tratta di un percorso facile, breve o economico; certamente è un percorso che è più che necessario, indispensabile cominciare a percorrere con convinzione, consapevoli che l’esempio convinto è la miglior scuola per gli altri, e che un mondo, una società ed un oggi migliore per noi e per i nostri cari passa dall’impegno di ciascuno di noi.

“Quante volte ci si è trovati al bivio di importanti scelte professionali che hanno interessato, persino, la vita e le libertà delle persone? Perché alcuni offendono il giuramento di onore fatto alla Nazione a favore di comportamenti disonorevoli, illeciti o peggio illegali? È possibile conciliare etica e sicurezza? Il libro, frutto dell’esperienza diretta dell’autore, è una guida pratica, fondata su concetti etici, a sostegno di tutti coloro che operano nella sicurezza, al fine di poter condividere le stesse basi per un valido orientamento educativo e morale, in linea con le pratiche operative. Solo quando si è sostenuti da una solida formazione etica, supportati dall’esperienza, consapevoli delle proprie responsabilità e coscienti di essere i garanti del rispetto e della protezione dei diritti umani, si potranno prende le giuste decisioni per la propria professione e per coloro che si proteggono.”

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