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Conosciamo il rito di Santa Monica. Il 27 Agosto si festeggia Santa Monica. La Santa di Tagaste era la madre di Sant’ Agostino ed è la patrona delle donne sposate, delle madri e delle vedove.

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Qui al Sud c’è un aspetto molto particolare legato a Santa Monica, madre esemplare, che ebbe un ruolo fondamenntale nella formazione cristiana e filosofica di Sant’ Agostino. Il rito della Santa Monica è un rito predittivo che comunque poco ha a che fare con la cristianità se non per il nome. E’ un rito che veniva fatto soprattutto in passato e che sta scomparendo col tempo.

Rito della Santa Monica a Grottaglie

Anche da noi a Grottaglie si faceva il rito della Santa Monica. Il rito veniva effettuato la mezzanotte del 27 Agosto, la notte della Santa appunto, sebbene spesso lo si facesse in qualsiasi altro giorno. Chiaramente se veniva fatto la notte del 27 agosto il grado di predittività aumentava.

Ma in che consisteva questo rito? Innanzitutto doveva essere comunque fatto a mezzanotte. Dove? A casa, davanti alla finestra, affacciati ad un balcone o sulla terrazza in modo tale da poter vedere la gente passare lungo la strada. Veniva valutata la prima persona che passava non appena veniva iniziato il rito. La scelta della mezzanotte non è casuale in quanto a quell’ ora per strada vi è poca gente. Dopodiché si poneva un quesito circa un qualcosa che poteva succedere in futuro che riguardasse uno dei presenti.

Si diceva ad esempio:”Facimu la Santa Mon’ca a Girodda. Vitimu cu ci s’ha spusà!”  (“Facciamo il rito di Santa Monica a Cira. Vediamo con chi si deve sposare”). E si osservava la gente passare in strada dal balcone. Si osservavano non solo le caratteristiche fisiche di chi passava ma tutti gli elementi che caratterizzavano quella persona: l’ eventuale divisa, se era in macchia o a piedi, se sembrava ricco o povero, ecc. Più arduo era poi dare una interpretazione di ciò che si vedeva.

Interpretare il presente per prevedere il futuro?

Ma torniamo alla nostra Girodda in cerca di fidanzato. Se passava un carabiniere i dubbi erano molti: avrebbe sposato un carabiniere? Un avanzo di galera? Non si sarebbe mai sposata in quanto avrebbe avuto guai con la legge? In genere come nella smorfia napoletana ad ogni soggetto caratteristico corrispondeva una interpretazione. A Grottaglie per esempio se veniva visto per primo un carabiniere si diceva:”Bueno! Stono buene notizie!”.

Vedere i carabinieri era un buon segno. Spesso, per non dire quasi sempre a detta di chi lo faceva, il rito ci azzeccava. Fecero la Santa Mon’ca ad una signorina ancora single ponendo come quesito chi sarebbe stato il futuro marito. La prima persona che passò fu proprio colui che diventò suo marito. Un altro racconto narra che una volta una signora fece la Santa Monica per il marito gravemente sofferente. Da lì a poco sulla strada passò un prete ed il marito morì subito dopo. Si dice che in genere la Santa Mon’ca sia un infallibile rito predittivo basta però considerare le interpretazioni che vengono fatte e rivedute col senno del poi.

Per considerare il lato tecnico di questo rito, esso veniva iniziato dalla persona con maggiore esperienza tra quelle presenti. Si iniziava dicendo prima 3 preghiere, un Padre Nostro, una Ave Maria ed un Gloria anche più volte e poi si invocava Santa Monica: ”Santa Mon’ca Pietosa, Santa Mon’ca Lacrimosa, a Roma sciste e da Milano viniste, e comu purtaste notizie ti lu figghiu tua cussì puerteme notizie ti…” (“Santa Monica Pietosa, santa Monica Lacrimosa, a Roma andasti e da Milano venisti, e come portasti notizie di tuo figlio così portami notizie su…”) e veniva posto il quesito.

Il rito in tempi lontani, tempi di guerre, di emigrazioni e quindi di lunghe assenze, in cui non esistevano telefonini ed email era un modo per cercare di avere notizie circa i propri cari affidandosi ad una Santa come Santa Monica che fece il voto di non abbandonare mai il figlio fino al momento della sua conversione al Cristianesimo.

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