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«Fino a qualche anno fa ‘Grottaglie’ per me era un nome, associabile certamente ad un luogo, una città o forse un paese, in una parte di Puglia non così definita, e importante, di fatto, solo per essere il luogo in cui era nato e vissuto un carissimo amico, incontrato però, a Milano, città in cui risiedo da circa 10 anni.» Comincia così il racconto della sua esperienza grottagliese Francesca Tenchini, 35 anni, laureata in architettura, insegnante di storia dell’arte e disegno e responsabile dello sviluppo di progetti artistici e creativi per conto della Cooperativa LaFucina di Rho, Milano.

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«Nell’estate 2012 – prosegue Francesca Tenchini – ‘Grottaglie’ ha assunto un ulteriore significato, o meglio, una sembianza, da luogo (ormai appurato in provincia di Taranto) è divenuta un’immagine. Una fotografia che mi proponeva in alternanza terrazze più bianche di quelle a cui ero abituata, triangoli di un cielo molto più azzurro di quello che vedevo tutti i giorni, luoghi di lavoro in pietra nera da cottura di forni antichi, colori smaltati, lustri, terra rossa e argilla.

Fotografie che scorrevano sul monitor dello showroom temporaneo di una nota bottega di maiolica artistica grottagliese che ho gestito per un anno e mezzo nel centro di Milano.
Nell’estate 2013 lo showroom ha iniziato a diventare non solo luogo di esposizione e di vendita, ma anche luogo di scambio di sapere, di tradizioni, di manualità e di creatività; lì Grottaglie ha iniziato per me ad assumere anche i caratteri di una storia, di un vero e proprio racconto che si tramanda, con le immagini, con le parole, coi suoni ma soprattutto con le persone, coi loro gesti con le loro impronte sulla terra, sull’argilla che a poco a poco si rivela e prende forma.

A quel punto – racconta Francesca Tenchini – la curiosità era troppa e sta ‘Grottaglie’ stava diventando troppo presente e interessante! Gli amici (grottagliesi) a Milano si stavano moltiplicando e orgogliosi alcuni di loro mi dicevano ‘a te Grottaglie piacerebbe un sacco!’. Quest’estate dunque, insieme al mio compagno ho deciso che Grottaglie doveva diventare per me un’esperienza reale, i ragazzini di oggi direbbero: un 3D!

Ed eccomi finalmente tra le strade del centro, eccomi a stupirmi dell’autenticità del vostro centro storico (dove per altro ho avuto la fortuna di alloggiare in un bellissimo b&b), eccomi a cenare in un ottimo ristorante pizzeria nella piazza principale, popolata inaspettatamente da moltissimi giovani ma anche da famiglie (cosa che non avviene spesso nei luoghi che frequento ‘a casa’), eccomi a scoprire che il meraviglioso mare pugliese da cartolina è a pochi minuti di auto da lì, eccomi a cogliere che la gentilezza e l’ospitalità dei miei amici grottagliesi è una tradizione più che un’eccezione delle persone conosciute a Milano, ma soprattutto eccomi finalmente, direi fisicamente, a comprendere il quartiere delle ceramiche.

Un quartiere inaspettatamente ricco, ricchissimo di forme, di colori e di stili. Alcuni a me noti, altri un po’ meno, ma stili veri e propri, espressioni artistiche immediate, riconoscibili, alcune molto tradizionali, altre molto contemporanee, altre ancora un po’ più commerciali, ma quasi tutte incredibilmente affascianti. La cosa ancor di più invidiabile è che quest’arte non è chiusa in una teca ma trattandosi di artigianato è lì, si respira, si vive, appassiona e attrae.

Difficile lasciare Grottaglie senza domandarsi come ci possa essere un così alto contenuto creativo e artistico ancora così poco popolato, studiato, conosciuto – nota Francesca Tenchini. Non tanto dedicato ad un turismo di massa, che poco si accompagna per altro alla mia idea di valorizzazione dell’arte e del territorio, ma per lo meno a quei cercatori di bellezza che come me ci hanno messo ben 3 anni per arrivarci!!! Ecco allora che salutando Grottaglie ho sperato che possa nuovamente assumere un’altra sembianza nel mio percorso…magari quella di un nuovo progetto! »

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