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I cattolici restano a dormire. Sul caso Magdi Cristiano Allam dormono. Sono senza coraggio. Anzi si testimoniano nella differenza tra essere cattolici ed essere cristiani.
Professarsi cattolico, oggi, è molto, ma molto, diverso dall’essere Cristiano.

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Siamo ormai assillati dall’ambiguità tra il relativismo che ha portato anche al via libera per le adozioni gay, attraverso l’avvallo di governi progressisti, e una chiesa che ha trasformato il passaggio tra il pre Concilio al post Concilio in un arrendevolezza verso i temi etici, politici (la Chiesa ha sempre sostanzialmente fatto e praticato politica) e quelli cosiddetti teologici (ovvero di un potere grazie a formule teologiche).

La questione Allam, in questi giorni, fa esplodere la loro debolezza che è leggerezza, arrendevolezza, fragilità di valori nei confronti di una dimensione profondamente cristiana.
Qui ormai ci si trova di fronte a uomini liberi, la libertà ci rende veri e la verità ci rende liberi, che manifestano la loro cristianità difendendo l’onore, la dignità e l’orgoglio di essere cristiani, occidentali e tradizionalisti e uomini che temono il “giudizio” universale praticando il silenzio, e tra questi ci sono non solo gli acclamati progressisti e relativisti, ma anche i professionisti del cattolicesimo, figli e padri del mondo progressista che ha accoppiato don Milani e Gramsci, la lettura Conciliare con la versione di un modello di chiesa definita sociale.

I professionisti del cattolicesimo non “spiegano” ritmo sul terrorismo ebraico a Gaza, non prendono una precisa e forte posizione sull’Iraq, non mettono becco sull’avanzata musulmana nelle acque mediterranee, anzi dopo le parole del buon Pastore Papa Francesco pronunciate a Lampedusa non si è capito più nulla sugli sbarchi in Mare Italiano. Resta tra il silenzio e l’orante ambiguità.

Non chiamiamolo più Mare Nostrum. Non è più. Lo è stato al tempo in cui Roma era Occidente e nel tempo in cui Pascoli dettava le regole politiche mediterranee accolte completamente da Mussolini.
Ma il problema riguardante Magdi non è più un problema che riguarda soltanto un uomo. Deve riguardare tutti i cristiani e soprattutto quei cattolici che dicono di essere cristiani senza le norme delle ambiguità disegnate da Diego Fabbri.

È certo che si è sempre più eretici rispetto a un mondo cattolico che affida tutto alla speranza. La speranza è il tutto di tutti, ma occorrono non solo le preghiere, ma anche le posizioni ferme, decise e l’urlo di rabbia, di orgoglio e di dignità che dovrebbe riempire non le piazze, ma le cattoliche parrocchie.

Quanti sacerdoti nelle domeniche di messa avranno il coraggio di un grido nel nome della libertà cristiana? Nel nome della fedeltà ad una Fede? I sacerdoti in trincea dove stanno?

Riprendo il discorso (un mio articolo del 28 agosto scorso) di qualche giorno fa, nonostante i ripetuti attacchi. Uccideteci, lapidateci, fateci saltare come sabbie di deserto ma i cristiani veri, quelli veri, non si arrenderanno. Difenderanno fino in fondo la libertà di essere cristiani, tutelando cultura civiltà onore dignità con l’orgoglio di gridare che… Abbiamo bisogno di un Tradizionalismo vero, di un Pre Conciliarismo forte, di una barriera contro il relativismo.

Ma non si tratta più di una questione prettamente religiosa soltanto. È un questione culturale e storica.
Come si difende l’Occidente? Come si difende la Cristianità? Siamo alla messa in prova di una identità che è eredità.
I cattolici sembrano molto distanti nell’assumersi una prova di coraggio.

Si è cristiani se si è con Magdi, si è cattolici nel Cristo se si è con Magdi, si è Occidentali se si difende una civiltà nel nome di una Tradizionalismo vero.
Altrimenti si continui ad andare a messa la domenica e a battersi il petto… chiedendo indulgenze individuali… di cui abbiamo anche bisogno…

Noi cristiani tradizionalisti non ne possiamo più di questa Chiesa relativista.
Se il cristiano non ha il coraggio Templare sventoli pure la bandiera del giacobinismo e della Rivoluzione francese progressista.
Noi restiamo Sanfedisti.

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