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Un dossier con foto e dati per mostrare lo stato in cui versa lo stabilimento dell’Ilva di Taranto e denunciare come, nonostante i numerosi salvataggi pubblici, l’impianto continui a essere insostenibile sia da un punto di vista produttivo, sia soprattutto da quello ambientale. E’ il dossier che l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, ha inviato ai commissari Ue all’Ambiente e alla Concorrenza, rispettivamente Karmenu Vella e MargretheVestager.

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L’Ilva è rimasta in piedi in tutti questi anni grazie agli interventi del governo italiano – si legge nella lettera spedita ai due commissari Ue – Senza questi interventi, sarebbe già stato chiuso”. D’Amato punta il dito contro i dieci interventi effettuati per salvare l’impianto di Taranto, in barba alle direttive Ue, e in particolare l’immunità civile e penale data dal governo Renzi al commissario straordinario. L’eurodeputata segnala anche come, “nonostante tutti questi aiuti che hanno garantito inevitabili vantaggi competitivi all’Ilva rispetto ad altre acciaierie d’Europa, lo stabilimento presenti macchinari vecchi, i segni di una manutenzione limitata e superficiale e compartimenti completamente contaminati da sostanze nocive“.

Una riduzione o una riconversione della produzione – scrive D’Amato ai commissari Ue – non sarebbero plausibili”. Ogni ulteriore investimento sull’Ilva, dice ancora l’eurodeputata, “sarebbe solo una perdita di tempo e denaro”.

La lettera di D’Amato si conclude con un invito a “una visita congiunta” dello stabilimento di Taranto, soprattutto a quei settori che non sono “ben conosciuti dalle istituzioni europee, a causa delle restrizioni imposte dalla stessa Ilva”.

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