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Il nostro dialetto è sicuramente densissimo di esclamazioni. Alcune derivano direttamente dalla lingua italiana, altre sono neologismi pronunciati nell’intento di evitare delle vere e proprie bestemmie, altre infine sono talmente bizzarre che non si riesce a definire un nesso razionale.

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Una delle esclamazioni più comunemente usate è “vampo!” o “ampo!”. E’ una esclamazione che spesso fa seguito ad una affermazione esagerata. E’ come dire :”Che esagerazione…”.

In sostituzione di “vampo” si utilizza spesso la variante “amma oh”. Mentre la parola “vampo” deriva sicuramente da lampo, vampata, vampo, l’ esclamazione “amma oh” può sia derivare dall’ italiano “Ammazza…” che dal tentativo indiretto di evocare la Vergine Immacolata.

A tale proposito le varianti sono innumerevoli: “pi l’ ammasculata”, “pi l’ ammatinata”, fino alla più complessa “pi l’ ammasculasca” o alla semplicissima “pillante” o “pi l’ arma”.

Ma nelle pseudo-bestemmie non viene tirata in ballo solo la Madonna come nelle esclamazioni “pi la matosca”, “pi la matina”, “pi la matonna” o semplicemente “pillà”, ma anche Dio come in “pi lu ddiece”. Francamente non so se queste esclamazioni debbano essere ritenute delle vere e proprie bestemmie in quanto se è vero che vengono pronunciati dei neologismi che nulla hanno a che fare coi Santi è pur vero che vengono menzionati col puro intento di farli evocare nella mente di chi ascolta.

Insomma, il peccato non è attribuibile alla parola in sé ma a ciò che si vuol far evocare. Le pseudo-bestemmie divengono poi più colorite se vengono precedute dalla parola “pi lu sango ti …”. Molto singolare e forse tipicamente grottagliese è l’ esclamazione “pi lu servo”. In genere precede sempre un nome, come nella frase “No la spicce! Pi lu servo ti la vagnedda!”. E’ praticamente una variante dell’ italiano “Smettila!”. Altre esclamazioni molto curiose sono: “mannagghia allu ciucciu masculo!“, “mannagghia lu ciucciu mazzu”, o “mannagghia a cì si corca reto“.

Lu ciucciu masculo” non ha origini certe, ma direi che possa essere immaginato come l’autore di gravidanze indesiderate di qualche giumenta che diventava così inabile al lavoro, almeno per un certo tempo, e quindi per traslato si può intendere come imprecazione contro chi per un suo momentaneo ed egoistico piacere arrechi a molti altri gravi danni.

Lu ciucciu mazzu” dovrebbe essere un equivalente di “pi la miseria” in quanto gracile a causa di scarse possibilità alimentari o carestie diventava praticamente inutilizzabile per il lavoro. Infatti spesso la frase veniva completata dicendo “mannagghia lu ciucciu mazzu ca si sonna la biava la notte”, cioè che sogna la biada di notte, cioè che ha fame.

Una po’ meno comune è l’ esclamazione “Pì li pili di nnanti” riferendosi al vello del pube femminile e per traslato alla vulva stessa, origine del malcreato figliolo che, facendo disperare la madre con le sue marachelle, la portava a dolersi del frutto dei suoi lombi maledicendo l’utero che lo accolse.

Mannagghia a ci si corca reto” credo faccia riferimento all’abitudine di dormire in tanti in un unico letto, e resterebbe da capire a chi il posto dietro fosse solitamente riservato e quali danni potesse causare. Una interpretazione più maliziosa fa risalire il motto ai mariti che coricandosi “cucchi-cucchi” dietro alle consorti procedessero da quella posizione posteriore ad un veloce coito, a cui la moglie non poteva sottrarsi. La frase quindi deplora colui il quale approfitti di una situazione più o meno favorevole per ottenere un vantaggio più o meno indebito.

Altra caratteristica esclamazione è “Capu ti Zi Vicienzo!” che si fa di contrasto davanti ad una persona facoltosa o presunta tale. Deriva dal latino “caput sine censu” che stava ad indicare persone senza reddito, nullatenenti. Un esempio dell’ utilizzo di questa esclamazione può essere il seguente:”A menzatìa m’ agghiu sbafatu na scafarea di pasta e fasule!”, “Capu ti Zi Vicienzu!” cioè: ”A mezzogiorno mi sono mangiato un piattone di pasta e fagioli” “Alla faccia...”. Molto curiosa è lì esclamazione “Mannagghia Cristoforo Colombo”. Penso derivi in primis dal fatto di evitare volontariamente di bestemmiare tirando in ballo un nome non appartenente alla sfera celeste.

Poi c’ è sicuramente il riferimento al fatto che se non avesse scoperto l’ America non avrebbe causato innumerevoli problemi connessi al nuovo continente. Ma il motivo principale è che sia un modo indiretto per riferirsi a Cristo.

Di etimologia decisamente oscura è l’ esclamazione “mannagghia l’anchi toa” che significa “mannaggia a te” e che probabilmente vede il termine “anchi” come una storpiatura del termine “anche”  per indicare la zona genitale.

Noi di GIR abbiamo citato solo alcune delle innumerevoli imprecazioni grottagliesi cercando per alcune di dare un significato.

A voi lettori l’ invito a segnalarci altre esclamazioni dialettali spiegandone possibilmente l’origine.

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