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Le belle notizie sembravano arrivare una dietro l’altra, inanellandosi in un carosello ripetuto da tutti i notiziari e su tutti i giornali. Il lavoro c’è grazie al Jobs Act: i giovani che trovano un posto sono sempre di più. Peccato però che le cose non stiano esattamente così e che il Jobs Act abbia raddoppiato i posti di lavoro -ammesso che lo abbia fatto- dimezzando le ore di lavoro, annullando le garanzie per il lavoratore, riducendo, anche dove lo neghi, i salari.

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Insomma, un quadro ben poco esaltante e quello propagandato dai Tg ben poco corrispondente a quelli che poi sono i dati reali.

Dati che dimostrano come la disoccupazione dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, nel gennaio di questo anno, è stata registrata sul 39,3%, il più alto dall’ottobre del 2015. Quindi secondo l’Istat la disoccupazione è aumentata di 0,7 punti percentuali calcolati su base mensile. Che dire davanti a questa inconfutabile realtà? Non solo, aggiungiamo anche che i dati inerenti dicembre dello scorso anno sono stati corretti al rialzo, passando quindi dal 37,9% al 38,6%. E che cosa si deve pensare, all’errore o al dolo di mascherare un dato scomodo?

Sembra però che un leggero aumento ci sia, per quanto riguarda l’occupazione, ma solo tra gli over 50. Eppure si continua a parlare di grande risultato. Davvero? È un gran risultato se un giovane laureato con un potenziale altissimo deve essere costretto a partire all’estero per trovare un lavoro minimamente degno del titolo di studi che si è sudato in tanti anni curvo sui libri? Certo, c’è chi pur di restare si arrangia come può, sono in tanti, per esempio,  che sono riusciti a fare soldi guadagnando cifre anche interessanti  facendo trading online (dettagli su http://societaoffshore.org/come-fare-soldi), ma sono comunque attività che non si improvvisano dall’oggi al domani.E chi nell’attesa di tempi migliori continua ad intaccare i piccoli risparmi magari tenuti al sicuro su un chebanca conto deposito o di altro Istituto.

E poi c’è sempre quel latente dubbio che certi dati diffusi siano pompati verso l’alto per quanto riguarda l’occupazione, dubbio più che lecito se, per esempio, si pensa che nel secondo semestre dello scorso anno l’Osservatorio del Mercato del Lavoro ha rilevato che in Puglia l’occupazione giovanile e in ribasso ed è ostacolata anche dal fatto che si va in pensione molto tardi.

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