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Il paesaggio è davvero desolante e spero che i decisori politici regionali e nazionali vengano qui a rendersi conto di persona di quello che è accaduto. La richiesta di stato di calamità è insufficiente per affrontare l’emergenza, specie trattandosi di colture permanenti. Mi auguro che il governo intervenga con massicce liquidità, cospicue risorse, e lo faccia anche l’Unione Europea, in deroga a tutte le norme e alla burocrazia, considerata l’eccezionalità e la gravità della situazione”.
Si esprime così, guardandosi intorno in alcune delle aziende devastate dal maltempo, il presidente nazionale CIA-Agricoltori Italiani Dino Scanavino, in visita mercoledì 8 febbraio nelle campagne pugliesi colpite dall’incredibile ondata di neve e gelo che ha interessato la regione dal 5 all’11 gennaio scorso. Il numero uno della Confederazione, accompagnato dal presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba, dal vicepresidente regionale nonché presidente CIA Brindisi Giannicola D’Amico e dal direttore regionale CIA Puglia Danilo Lolatte, insieme ad una nutrita delegazione di dirigenti provinciali e comunali composta dal presidente CIA Taranto Franco Passeri, dal direttore CIA Taranto Vito Rubino, dal direttore CIA Brindisi Luigi D’Amico oltre ai vicepresidenti CIA Taranto Raffaele Ignazzi, Pietro de Padova e Franco Bruni, ha incontrato dapprima i titolari dell’azienda agricola Ferrara Francesco Montalbano di Fasano (Br), poi si è spostato a Castellaneta (Ta) nell’azienda agricola D’Onghia Gianluca, in Contrada Gaudella, e nell’azienda agricola Francesco Passeri in agro di Palagianello (Ta).

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“Sono un agricoltore anch’io, conosco il sistema viticolo e mi rendo conto di quanto sia drammatico – ha continuato il presidente nazionale CIA Dino Scanavino – Il vigneto tra qualche settimana andrà in vegetazione e tutte le strutture danneggiate dovrebbero essere perfettamente ripristinate, non si può aspettare giugno o luglio, altrimenti perderemmo il raccolto, quel poco rimasto perché ci sono ceppi di vite rotti che dovranno essere sostituiti, oltre a ripristinare pali, fili, sostegni e supporti. Il danno alla produzione ci sarà ma quello più ingente riguarda gli impianti e le strutture: i costi da sostenere sono notevoli. È un po’ come se fosse arrivato un terremoto anche in Puglia“.

Il presidente Scanavino ha riscontrato di persona come gli agricoltori necessitino soprattutto di un ristoro per i danni permanenti e ha evidenziato come le imprese dovranno sostenere anche i costi per smaltire le strutture abbattute dal maltempo. “Sono a conoscenza di imprese che hanno già messo in mobilità i loro dipendenti perché non sanno come potranno rispondere ad una sciagura di questo tipo, e va tenuto in considerazione, perché in un momento come questo non possiamo rinunciare allo straordinario contributo occupazionale e al patrimonio di ricchezza che producono l’agricoltura, la viticoltura, l’agrumicoltura, l’orticoltura e la zootecnia di Puglia nel tessuto produttivo ed economico. Le agevolazioni fiscali e gli sgravi contributivi sono misure importanti ma non sufficienti, rappresentano un sollievo in una condizione ordinaria di maltempo, in occasione di una grandinata, una tromba d’aria, ma qui parliamo di una calamità davvero straordinaria. Oltre a questi interventi, salutati con favore, è necessario sostenere i costi vivi. Bisogna davvero prendere un impegno per dare ristoro a questi agricoltori. Noi, da parte nostra, siamo e saremo al loro fianco, quotidianamente e costantemente“.

La CIA, a livello nazionale e regionale, ha profuso sin da subito un forte impegno politico-sindacale a sostegno delle imprese colpite dal maltempo che ha compromesso le colture, distrutto impianti e strutture, decimato numerosi allevamenti, lasciato isolate e al buio moltissime aziende e costretto tanti allevatori a disfarsi del latte a causa del mancato conferimento.

Chiediamo l’erogazione immediata di risorse aggiuntive – è l’ulteriore appello del Presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba – per consentire agli imprenditori di riavviare le attività e permettere a tutti comparti, in ginocchio, di rialzarsi“.

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