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Le possibili infiltrazioni dell’economia illegale nel nostro mercato degli appalti destano preoccupazione e va fatta adeguata prevenzione, ma sono comunque l’effetto di una problematica più ampia a monte.” Lo afferma un comunicato di ANCE Taranto, Sezione Costruttori Edili di Confindustria Taranto.

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Il settore dell’edilizia – si legge ancora nel comunicato – sconta ancora una incapacità di selezionare le imprese sane, strutturate e con una storia imprenditoriale alle spalle a favore di una competizione che lascia ancora spazio a chi ignora regole e calpesta il territorio. Alle amministrazioni spetta il compito, con le regole a disposizione, di liberare il mercato dalle scatole vuote e dall’economia illegale, ripristinando condizioni di concorrenzialità alle imprese sane e strutturate.
L’ANCE di Taranto dopo gli interventi di Cassa Edile e delle organizzazioni sindacali, lancia il suo monito rispetto alle infiltrazioni mafiose che la DIA avrebbe segnalato come pericolo imminente sui grandi appalti che riguardano la città e la sua provincia.

Paolo Campagna, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Confindustria Taranto, parla di «qualificare il lavoro, e non si tratta solo della capacità delle imprese di innovarsi, ma anche della necessità per le stazioni appaltanti di essere più efficaci e qualificate, come previsto nel nuovo impianto normativo sul codice degli appalti che introduce, cosa fondamentale, anche i criteri reputazionali delle imprese.
La storia, la credibilità, il rispetto delle norme ma anche del lavoro diventano dunque la carta d’identità dell’economia sana e su questo l’ANCE Taranto sfida anche le stazioni appaltanti.
Le aziende devono crescere ma le pubbliche amministrazioni diano segnali di efficienza e attenzione al tema – dice Campagna – perché il contrasto all’economia illegale ed irregolare si fa con fatti concreti, azioni amministrative adeguate e controlli efficaci lungo tutta la filiera dell’esecuzione dei lavori, soprattutto in appalti complessi, in cui nella catena dei sub-affidamenti si rischia di perdere molto in tema di diritti, condizioni di lavoro adeguate, regole e qualità.»

Argomento che l’ANCE ha già posto all’attenzione degli enti locali e del Prefetto di Taranto che nei prossimi giorni sarà nuovamente sollecitato sul delicato tema. «La trasversalità della discussione innescata è la prova di una traccia che merita il giusto approfondimento – dice Campagna – specie alla vigilia di una stagione, quella tarantina, che potrebbe idealmente far ripartire il mercato dell’edilizia. Mercato che al momento invece soffre proprio del vuoto di progettazione e di attivazione delle risorse finanziarie che la pubblica amministrazione dovrebbe mettere in moto.

Sulle opere di infrastrutturazione e messa in sicurezza del territorio, malgrado le risorse disponibili – continua il presidente di ANCE Taranto – scontiamo ancora ritardi e debolezze croniche con bandi di gara al minimo storico (calo dei bandi di gara nel 2016, del 36,2% in numero e del 60,5% come importi, in tutta la Puglia– fonte Ance su dati Infoplus). Mentre la messa in sicurezza del nostro Paese dovrebbe essere gestita con analisi e programmazione anche per evitare le emergenze, i lutti, e con essi le inevitabili scorciatoie senza controlli.»

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