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«Nonostante la bocciatura di uno dei quesiti proposti dal sindacato da parte della Consulta, il messaggio che arriva da Taranto ha il sapore di ulteriore attivismo.» Lo dichiara Paolo Peluso, componente della segreteria provinciale della CGIL di Taranto.

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«Siamo la terra che ha intestato al nome di Paola Clemente, una sua lavoratrice morta nei campi la Legge contro il caporalato – spiega Peluso – sappiamo pertanto perseguire i risultati utili ai diritti collettivi quando a rischio c’è la dignità anche di un solo lavoratore.
Ma da via Dionisio è partita già la campagna referendaria.
Si è aperta una crepa nello spesso muro che in particolare con il Jobs Act i Governi e gli industriali avevano eretto per limitare e talora annullare i diritti dei lavoratori la legge di iniziativa popolare proposta dalla nostra Carta dei Diritti ha avuto il merito di riaccendere i riflettori sul lavoro e nemmeno la bocciatura del quesito referendario che riguarda l’art. 18 da parte della Corte Costituzionale riuscirà a farci demordere dal nostro intento o a farci arretrare rispetto alla battaglia di civiltà e dignità che la CGIL sta conducendo.

Dice bene il nostro segretario nazionale Susanna Camusso: la nostra iniziativa sindacale non si fermerà – prosegue Paolo Peluso – ed ecco perché già da domani la campagna referendaria della CGIL riprenderà per strada, nelle fabbriche e in tutti i luoghi di lavoro con maggiore vigore e determinazione

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