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«La Legge Europea 2015 rischia di essere un vero è proprio cavallo di Troia per il comparto agricolo italiano.» E’ il commento del senatore Dario Stefàno, componente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, durante l’esame della Legge Europea 2015 in Aula al Senato.

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«Spero – aggiunge il senatore salentino – in uno slancio finale di buon senso da parte del Governo, affinché possano essere rinegoziate misure che penalizzano significativamente il nostro Paese. Se, per un verso, è vero che questo provvedimento consentirebbe all’Italia di non incorrere in sanzioni, è anche altrettanto evidente, d’altra parte, che pone una pesantissima ipoteca su alcuni capisaldi del Made In Italy, come ad esempio l’olio d’oliva. Già nelle prime battute, all’art. 1 il testo impone di abrogare la previsione di un termine minimo per la conservazione dell’olio di oliva. Se associamo questa specifica misura all’abolizione dei dazi per l’olio tunisino, contribuiremo a scavare la fossa per la nostra produzione olivicola di qualità”.

Per citare un altro esempio – continua Stefàno, l’art 2, che regolamenta l’etichettatura del miele, obbliga a non indicare il Paese d’origine in etichetta. Ciò significa che, in caso di miscele di mieli, l’etichetta indicherà solo che il prodotto è con mieli originari o non originari dell’Ue. E ancora, l’art. 3, quello riguardante l’etichettatura dei prodotti alimentari, identifica il Paese d’origine del prodotto con il luogo di ultima trasformazione sostanziale. Immaginate cosa potrà succdere nel caso.

Spero – conclude Stefàno – che il governo si ravveda e cambi linea. E’ ancora in tempo per evitare di dare un ulteriore contributo alla demolizione dell’identità italiana e del made in Italy

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