Parrucchiere-per-donna
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Sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate le statistiche relative agli studi di settore, aggiornate al periodo d’imposta 2016. Attraverso un sistema di navigazione di utilizzo facile e intuitivo, è possibile visualizzare online i dati relativi a tutti gli studi di settore a partire dal p eriodo d’imposta 2011, quelli aggregati relativi agli operatori facenti parte delle categorie corrispondenti ai servizi, manifatture, professionisti e commercio, oppure le informazioni statistiche su uno qualunque dei vari studi presenti nel database delle Entrate.

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Secondo quanto emerge Barbieri e parrucchieri, insieme alle lavanderie dichiarano al fisco ricavi troppo bassi che, per oltre la metà dei casi, risulta fuori linea – «non congruo» – con i parametri degli studi di settore: rispettivamente per il 55 e il 52% dei casi. Seguono i fiorai (47%). Le discoteche, invece, sono regolari al 58%, ma nel 95% dei casi mostrano incoerenze.

Tutte le statistiche a portata di contribuente – È possibile selezionare il dato aggregato di tutti gli studi o di un determinato macrosettore, o ancora il singolo studio,, per conoscere, tra l’altro,, gli importi di ricavi o compensi dichiarati,, anche con riferimento ai soggetti congrui e non congrui; la percentuale di congrui e di coerenti rispetto alla platea,, il numero di posizioni congrue e non per effetto dei correttivi relativi alla crisi economica.

Dove trovare i dati – Per consultare i dati sugli studi di settore basta collegarsi al sito

www.agenziaentrate.it

e seguire il percorso: Cosa devi fare > Dichiarazioni > Studi di settore – parametri e indici sintetici di affidabilità > Studi di settore > Statistiche e analisi .

Le statistiche pubblicate oggi rientrano nel ventaglio di informazioni finalizzate a incentivare il dialogo con i contribuenti soggetti agli studi, previste dal provvedimento del direttore dell’Agenzia del 18 giugno 2015 in attuazione delle misure contenute nella Legge di stabilità 2015.

Cosa sono gli studi di settore

Gli studi di settore, elaborati mediante analisi economiche e tecniche statistico-matematiche, consentono di stimare i ricavi o i compensi che possono essere attribuiti al contribuente.

Individuano, a tal fine, le relazioni esistenti tra le variabili strutturali e contabili delle imprese e dei lavoratori autonomi con riferimento al settore economico di appartenenza, ai processi produttivi utilizzati, all’organizzazione, ai prodotti e servizi oggetto dell’attività, alla localizzazione geografica e agli altri elementi significativi (ad esempio area di vendita, andamento della domanda, livello dei prezzi, concorrenza, ecc.).

Gli studi di settore sono utilizzati dal contribuente per verificare, in fase dichiarativa, il posizionamento rispetto alla congruità (il contribuente è congruo se i ricavi o i compensi dichiarati sono uguali o superiori a quelli stimati dallo studio, tenuto conto delle risultanze derivanti dall’applicazione degli indicatori di normalità economica) e alla coerenza (la coerenza misura il comportamento del contribuente rispetto ai valori di indicatori economici predeterminati, per ciascuna attività, dallo studio di settore), e dall’Amministrazione finanziaria quale ausilio all’attività di controllo.

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