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Quello di oggi rappresenta un passo decisivo verso l’istituzione delle Zes, che renderà concreta un’opportunità di sviluppo e crescita del territorio, sulla quale si è molto discusso in questi mesi”. È quanto dichiarato dall’on. Ludovico Vico, in vista della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Province-Comuni che si esprimerà sul Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) con il quale si stabiliranno le modalità per l’istituzione delle Zes (zone economiche speciali), la loro durata, i criteri generali per l’identificazione e la delimitazione dell’area nonché i criteri che ne disciplineranno l’accesso e le condizioni speciali, oltre al coordinamento generale degli obiettivi di sviluppo.

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Il decreto, che sarà adottato al fine di facilitare la creazione di condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, in modo da consentire nelle Regioni lo sviluppo delle imprese già operanti e l’insediamento di nuove imprese, definirà le modalità per l’istituzione delle Zes, comprese quelle interregionali.

“Il Dpcm – ribadisce il parlamentare ionico – evidenzierà quanto la “logistica” (porto, retro-porto, interporto o centro intermodale, vettore ferroviario) sia fondamentale per la sussistenza di una Zes. All’interno della Zes, è bene ricordare, le aziende che si insedieranno possono usufruire di un regime fiscale agevolato, che consiste nell’abbattimento totale della tassazione su alcune tipologie di imprese; su procedure amministrative semplificate; sulla possibilità di rimpatrio agevolate di investimenti e profitti; su dazi ridotti su importazioni ed esenzione su tasse per esportazione; su canoni di concessione agevolati. Inoltre, sono disponibili risorse economiche pari, ad oggi, a 209miloni di euro. Oltre a tali risorse, il ministero per il Mezzogiorno ha previsto che l’alimentatore delle Zes sia l’Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione dell’Unione Europeo), le cui disponibilità sono ingentissime. Ma, in tale senso, sarà altrettanto significativo l’intervento del sistema bancario a favore delle imprese. In queste settimane, infatti, è stato sottoscritto un accordo fra Banca Intesa/Banco di Napoli, e port-autority di Taranto e di Bari, con il quale l’istituto bancario ha offerto supporto alle imprese che investiranno nelle Zes, mettendo a disposizione un cospicuo plafond”.

“Il Dpcm – continua l’on. Vico – regolerà le aree della medesima Regione che la Zes potrà ricomprendere, anche se non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale e che comprendano almeno un’Area portuale. Il nesso economico funzionale tra aree non territorialmente adiacenti sussiste qualora vi sia la presenza, o il potenziale sviluppo, di attività economico-produttive, indicate nel Piano di sviluppo strategico, o di adeguate infrastrutture di collegamento tra le aree interessate. Nella Zes potranno essere ricompresi, tenuto conto anche del volume complessivo di merci in transito, anche altri porti, fatta salva la dimostrazione del nesso economico-funzionale con l’Area portuale, purché essi presentino una rilevanza strategica per le attività di specializzazione territoriale che si intendono rafforzare. Per ciascuna Regione l’area complessiva destinata alle Zes non potrà eccedere la superficie complessivamente indicata per la Regione, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 20mila ettari. Come già annunciato, il Dpcm indicherà, inoltre, anche i criteri per l’individuazione delle Zes interregionali, stabilendo che le Regioni nel cui territorio non sono ubicate Aree portuali possono presentare istanza di istituzione di una Zes in forma associativa, qualora contigue, includendo uno o più porti. L’area complessiva della Zes non potrà eccedere la sommatoria delle superfici indicate per ciascuna Regione”.

“Toccherà ora alle Regioni – conclude il parlamentare del Pd – presentare al Presidente del Consiglio dei Ministri una proposta. Lo stesso dicasi per la presentazioni delle Zes interregionali, nel qual caso la proposta dovrà essere avanzata dai presidenti di entrambe le Regioni interessate”.

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