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Le immagini che ho visto entrando nel padiglione Puglia sono state davvero un nuovo pugno nello stomaco”. Lo afferma il senatore Dario Stefàno, capogruppo in Commissione Agricoltura del Senato e già Assessore alle Politiche Agricole della Regione Puglia entrando nel padiglione della Regione al Vinitaly di Verona.

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Abbiamo lavorato in tutti questi anni – continua il senatore Stefàno – per far diventare il vino pugliese ed i nostri vitigni autoctoni ambasciatori della Puglia nel mondo, non certo perché lo fosse il Cile o California, come pure ironicamente denuncia la stampa non solo oggi ma già da qualche giorno. Quanto è successo al Prowein di Dusseldorf e al Vinitaly di Verona è raccapricciante, inaccettabile. Perché rischia di sciupare anni di buon lavoro realizzato insieme a tutto il sistema, con l’obiettivo di rendere il comparto pugliese competitivo a livello globale e per dargli credibilità. Un errore che non è solo tecnico, poiché chiama in causa una chiara responsabilità politica che è inammissibile derubricare a semplice distrazione”.

“La promozione della Puglia – prosegue Stefàno – e della sua eccellenza enoica, dei paesaggi, dei suoi vitigni, del suo vino, che sono un tutt’uno forte e unico al mondo, deve essere una missione, non il frutto di un’azione routinaria, di una fastidiosa rincorsa di appuntamenti promozionali considerati “troppo frequenti”. Dev’essere interpretata con cura, con amore e passione perché ha a che fare con il territorio, con l’identità di una terra a forte vocazione in cui i vitigni hanno disegnato il paesaggio oltre ad aver scritto il dna delle nostre comunità. Ma ha a che fare anche con un comparto che ha faticato per conquistare protagonismo e credibilità internazionale e che vuole continuare a correre”.

“Comprendo bene, dunque, la rabbia e la preoccupazione dei produttori increduli, prima a Dusseldorf ed oggi al Vinitaly, dinanzi a quella che agli occhi di tutti appare come il risultato di una sciatteria. È un fatto gravissimo. E il rimpallo di responsabilità è ancor più grave, dinanzi al quale è impossibile restare in silenzio. Continuando così la Puglia – conclude Stefàno – da regina rischia di diventare zimbello”.

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