
E’ possibile che Gesù, che ha insegnato l’amore e il rispetto per tutte le creature e ci ha detto “Ciò che fate al più piccolo di questi Miei fratelli, l’avete fatto a Me“, non abbia spiegato nulla in merito al rapporto tra l’uomo e gli animali?
In alcuni Vangeli apocrifi si trovano diverse testimonianze sul modo in cui Gesù di Nazaret si è impegnato per gli animali, come li ha difesi e come ha spiegato agli uomini che essi vanno rispettati, amati e che dovremmo prenderci cura di loro. “Gli animali sono la parte più piccola della Creazione divina, ma noi un giorno li rivedremo nel mistero di Cristo” (Papa Paolo VI). “Uomo, vegetali, animali siamo tutti nella stessa barca; non si tocca l’uno senza che a lungo andare non si danneggi l’altro” (Papa Luciani). “E’ urgente seguire l’esempio del povero di Assisi e abbandonare sconsiderate forme di dominio, cattura e custodia verso tutte le creature” (Papa Giovanni II). E che dire del quel povero di Assisi che si spogliò di tutto, vita compresa, non disprezzando la morte (Laudato sìi, mi Signore, per sora morte…) nel pieno rispetto e amore di uccelli, lupi e di tutti gli altri suoi fratelli “minori”?
Cosa c’è di più alto, di più nobile, di più ecumenico della visione di Isaia che dovremmo tutti imparare a memoria, condividere, e non dimenticare?
“Il lupo dimorerà insieme
con l’agnello, la pantera
si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello
pascoleranno insieme e
un fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa
pascoleranno insieme; si
sdraieranno insieme i loro
piccoli. Il leone si ciberà di
paglia, come il bue. Il lattante
si trastullerà sulla buca
dell’aspide; il bambino
metterà la mano nel covo
di serpenti velenosi.
Non agiranno più iniquamente, né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte.”