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«La multinazionale del ‘falso’ fattura 200 miliardi l’anno in tutto il mondo, ma la cifra è destinata a crescere del 74,5% in dieci anni, in linea con la dinamica del commercio internazionale.» Lo afferma un comunicato della Confartigianato jonica a firma del segretario provinciale, Fabio Paolillo.

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«La contraffazione – evidenzia il comunicato della Confartigianato di Taranto – è un ‘affare’ di dimensioni globali che in Italia ‘vale’ 6.924 milioni, pari allo 0,45% del Pil. Il nostro Paese è il primo in Europa per quantità di merce sequestrata: tra il 2008 e il 2013 si sono registrati 99.748 sequestri per 334,5 milioni di pezzi contraffatti del valore complessivo di 3.789 milioni.

A rivelare le dimensioni del fenomeno della contraffazione è un rapporto di Confartigianato.

La contraffazione, sostiene il Vice Presidente di Confartigianato Taranto Gennaro Mordenti, è un business colossale e globalizzato che gira a pieno regime ed è tra le cause della crisi delle piccole imprese manifatturiere made in Italy.

Secondo il rapporto di Confartigianato, infatti, i settori più esposti alla contraffazione sono quelli del tessile, abbigliamento, calzature, occhialeria, cosmetici, giocattoli che rappresentano l’89,2% dei valore delle merci sequestrate tra il 2008 e il 2013.

E proprio in questi settori di punta del made in Italy – in cui operano 64.322 imprese artigiane con 194.555 addetti – negli ultimi 5 anni le imprese artigiane sono state decimate, con una perdita di 7.052 aziende, pari ad un calo del 9,9%. Soltanto nell’ultimo anno le imprese artigiane di questi settori ‘invasi’ dai falsi sono diminuite del 2,1%.

Le più colpite sono state le imprese del Molise, calate negli ultimi 5 anni del 27,3%, seguite da quelle della Puglia ( -24,3%), della Sicilia (-19,1%), della Basilicata (-18,7%) e della Sardegna (-17,9%).

Ma il mercato del falso – evidenzia il comunicato della Confartigianato jonica – minaccia tutte le regioni, soprattutto quelle con la maggiore presenza di imprese nei settori manifatturieri esposti alla contraffazione: in testa vi è la Toscana seguita da Marche, Umbria, Veneto e Abruzzo. A livello provinciale, il pericolo dei falsi riguarda soprattutto le imprese di Prato, Fermo, Firenze, Arezzo e Pistoia.

La rilevazione di Confartigianato mostra che la Cina guida la classifica dei Paesi di provenienza di merce contraffatta con una quota del 66,1% dei prodotti sequestrati dalle autorità italiane. La contraffazione presenta alcuni casi di specializzazione settoriale: ad esempio per profumi e cosmetici la principale fonte di provenienza è la Turchia (51,2%), per i prodotti alimentari l’Egitto (34,3%).

Per quanto riguarda la tipologia delle merci, il valore più alto di sequestri effettuati in Italia tra il 2008 e il 2013 riguarda gli accessori di abbigliamento (34,6%). Seguono i capi d’abbigliamento (14,1%), apparecchiature elettriche (9,9%), calzature (7,9%), occhiali (7,4%), profumi e cosmetici (6,6%), giocattoli e giochi (4,5%), orologi e gioielli (4,1%), cd, dvd, cassette (1,2%), apparecchiature informatiche (0,5%).

A livello regionale – ricorda la Confartigianato, il valore più elevato di merci contraffatte sequestrate tra il 2008 e il 2013 si registra nel Lazio ed è pari a 966 milioni. Secondo posto per la Lombardia con 639 milioni e in terza posizione la Campania con 574 milioni.
La modalità preferita per introdurre i ‘falsi’ in Europa è il trasporto via mare che riguarda il 66,1% del valore dei sequestri effettuati nell’Ue. Nettamente distanziati i trasferimenti aerei (11%), per posta (9,1%), su strada (8,1%), per corriere espresso (5,6%).

Un fenomeno criminale di dimensioni globali come la contraffazione – avverte Gennaro Mordenti – va combattuto con armi globali. Serve un’azione congiunta di tutti i livelli di Governo, in Italia, in Europa e a livello internazionale.
Nella provincia di Taranto le cose non vanno diversamente. Apprezziamo moltissimo l’impegno delle autorità di controllo, l’azione repressiva c’è ma deve essere ancora più incisiva attraverso la collaborazione tra le varie forze dell’ordine con l’accompagnamento di attività di prevenzione e soprattutto da indirizzi e volontà politiche.

I nostri politici ed amministratori devono capire che non è più possibile tollerare l’abusivismo in qualsiasi forma, che è storicamente uno dei grandi filoni della contraffazione, con la scusa che tutti devono campare. In questo modo chiudiamo tutti, come di fatto sta accadendo. Dobbiamo tutelare l’origine e della qualità dei nostri prodotti, il nostro ‘made in’, con l’obbligo di indicare l’origine dei prodotti e garantirne la piena tracciabilità.

Ma bisogna anche intensificare le attività di formazione e informazione alle imprese e soprattutto ai consumatori sui danni provocati dalla contraffazione, sulla difesa della proprietà intellettuale ed industriale, sulla tutela del made in Italy, e piu’ in particolare del nostro made in Taranto.

All’interno delle nostre aziende – conclude il Vice Presidente di Confartigianato Taranto Gennaro Mordenti – ci stiamo interrogando sul perché il consumatore preferisce il falso rispetto ai nostri prodotti artigianali, sperando che non sia soltanto un fatto di costi ma che si ignori spesso la falsità del prodotto stesso.

Allora, come deterrente, perché non si inizia a multare seriamente i consumatori che comprano coscientemente le merci contraffatte?

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