
Nel cuore pulsante di Grottaglie, in piazza IV Novembre, sorge un’opera che non è solo pietra e marmo, ma memoria viva di una comunità. Il Monumento ai Caduti è lì, maestoso e silenzioso, all’incrocio delle vie che un tempo conducevano lungo l’antica via Appia, vegliando su chi entra, chi esce, chi lavora, chi ricorda.
Questa struttura imponente, eretta per commemorare i cittadini di Grottaglie caduti durante i due conflitti mondiali, racconta la sofferenza e il coraggio di un popolo. In particolare, ricorda i tragici eventi dei bombardamenti del 4 giugno e del 29 luglio 1943, che segnarono profondamente la storia locale. Oggi come ieri, quel luogo accoglie gli sguardi di passanti e braccianti, offrendo uno spazio di silenzio e riflessione.
Molte città italiane custodiscono un luogo della memoria simile, ma quello di Grottaglie ha qualcosa di unico. È un esempio straordinario di come arte, architettura e sentimento popolare possano fondersi per creare qualcosa di eterno. Secondo un approfondimento su Treccani, i monumenti ai caduti sono spesso specchio del tempo in cui sono nati, e quello di Grottaglie ne è un esempio vivido e ancora vibrante.
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Indice dei contenuti
- Dove si trova e cosa rappresenta
- L’usanza di erigere monumenti ai caduti
- Caratteristiche architettoniche e artistiche
- Il monumento ieri e oggi
Dove si trova e cosa rappresenta
Il Monumento ai Caduti in Guerra di Grottaglie è situato in una posizione strategica e carica di significato. Non solo è ubicato in un nodo viario fondamentale della città, ma è anche un punto di passaggio per chi si reca verso il centro, il quartiere delle ceramiche o in direzione Taranto e Montemesola.
È dedicato ai cittadini di Grottaglie che persero la vita durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, con particolare riferimento a chi trovò la morte nei bombardamenti del 1943. Questo monumento non è solo un’opera commemorativa: è memoria collettiva scolpita nella pietra, testimone di lutti, speranze e rinascite.
L’usanza di erigere monumenti ai caduti
L’Italia, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, avviò un’importante campagna di commemorazione. Già nel 1919, infatti, nacquero i primi monumenti ai caduti grazie all’iniziativa di ex combattenti e cittadini. Il primo, documentato, fu inaugurato il 14 settembre 1919 a Sottocastello di Cadore.
Con il passare degli anni, la costruzione di monumenti si diffuse in tutta la penisola, spesso promossa da comitati spontanei più che da istituzioni. Nel 1924, durante il regime fascista, nacque una Commissione Nazionale per coordinarne la realizzazione e individuare i luoghi adatti. Parallelamente, presero forma i Parchi e Viali della Rimembranza, con alberi dedicati ai caduti, diffondendo una cultura del ricordo visibile e partecipata.
Questa ondata commemorativa ha trasformato l’Italia in un mosaico di memoria urbana, e Grottaglie, con il suo monumento, ne è parte integrante e orgogliosa.
Caratteristiche architettoniche e artistiche
Progettato dal celebre architetto Marcello Piacentini, il monumento si presenta con una maestosa esedra, forma semicircolare che accoglie e abbraccia i visitatori. Lo stile classico si fonde armoniosamente con elementi moderni, creando una struttura solenne e riflessiva. Nella parte superiore troneggia una scritta in latino dettata da Ettore Paratore:
“PATRIA VELUTI MATER HEROAS SUMMA TUETUR PIETATE”
“La patria, come una madre, custodisce gli eroi con somma pietà”.
Il fulcro visivo ed emotivo del monumento è il gruppo scultoreo centrale, alto 3,15 metri, realizzato dal professor Sergio Sportelli di Castellaneta. In marmo bianco, raffigura una scena profondamente umana e toccante: a sinistra una giovane madre con il suo bambino, in attesa del marito; a destra, un’anziana che piange il figlio caduto. Al centro, la figura benedicente del Cristo, simbolo di pietà e speranza.
Il basamento, largo 2,65 metri e profondo 2,15, riporta sul fronte le lapidi con i nomi dei caduti e l’incisione:
“GROTTAGLIE AI SUOI FIGLI CADUTI PER LA PATRIA”
Originariamente accessibile tramite una scalinata di sette gradini e immerso in un’area verde, il monumento è stato poi protetto da una cancellata per difenderlo da atti vandalici, segno di quanto sia sentita la sua importanza simbolica.
Il monumento ieri e oggi
La storia moderna del monumento inizia ufficialmente nel 1957, quando fu indetto un referendum cittadino per decidere il tipo di opera da realizzare. L’inaugurazione avvenne poco più di un anno dopo, il 9 novembre 1958.
Nel tempo, l’opera è diventata molto più di un semplice simbolo commemorativo. È oggi un punto di riferimento culturale e urbanistico, testimonianza tangibile di un passato che ancora parla alle nuove generazioni. L’unione dei talenti di Piacentini, Sportelli e Paratore ha dato vita a un luogo che non solo commemora, ma educa, ispira e protegge.
Nel contesto attuale, segnato da rapidi cambiamenti sociali e culturali, il Monumento ai Caduti di Grottaglie merita una rinnovata attenzione. Serve conservarlo, valorizzarlo, farlo conoscere soprattutto ai più giovani. Non solo come pagina di storia locale, ma come lezione di civiltà e umanità.
Un luogo che parla ancora
Il Monumento ai Caduti non è solo una scultura nel centro urbano. È una voce. Una voce di pietra che racconta di madri, figli, soldati e civili. Racconta di dolore, ma anche di forza, speranza, comunità.
Riscoprire questi luoghi, ascoltarne la storia — magari attraverso un podcast, una visita guidata o una semplice passeggiata — significa nutrire la memoria collettiva. Significa far vivere quei nomi incisi nella pietra, rendere giustizia a chi ha dato tutto per il futuro di chi è venuto dopo.
E forse, proprio in questo atto di memoria consapevole, possiamo trovare anche noi un po’ di radici, un po’ di senso, un po’ di pace.
