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I fatti risalgono al maggio del 2012, ed all’epoca le diverse foto che ritraevano il sindaco di Taranto Ezio Stefano con una pistola infilata nella cintura durante una serie di affollate manifestazioni pubbliche fecero il giro d’Italia e gli valsero l’appellativo di “sindaco sceriffo”.

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L’interessato sostenne che il porto di un arma da fuoco era stato reso necessario dalle minacce ricevute in quel periodo, caratterizzato – oltre che da una campagna elettorale dai toni accesi – anche dai tanti problemi che attanagliavano il capoluogo ionico.

Ma la legge – come si suole dire – non ammette eccezioni, ed il porto di un arma da fuoco in quelle condizioni è oltremodo pericoloso per sé e per altri. Per appurare quindi la liceità del comportamento del sindaco di Taranto e rilevare eventuali ipotesi di rato, il Procuratore capo Franco Sebastio ha firmato il provvedimento un avviso di garanzia a carico di Ezio Stefano, tornato in questi giorni alla ribalta delle cronache politiche per la sua autocandidatura a Presidente della Provincia, mossa accolta con perplessità – per usare un eufemismo – da alcuni maggiorenti del Partito Democratico ionico

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