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Domani a Grottaglie si presenta “Le vie verdi dei pellegrini”, un’opera editoriale di alto valore scientifico, curata dal professore Roberto Caprara, noto studioso e autorevole archeologo e storico dell’architettura rupestre.

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Il volume, un libro a colori riccamente illustrato, è stata realizzato dal Gal Colline Joniche con Fondi FESR 2007-2013 – Mis. 421 “Progetto di Cooperazione Transnazionale Cammini d’Europa” al fine di tramandare alle generazioni future la conoscenza della storia e delle peculiarità paesaggistiche del nostro territorio, attraverso le vie del pellegrinaggio tardo-antiche e medioevali presenti in Puglia.

In particolare l’opera editoriale è stata realizzata dal Gal Colline Joniche, unico GAL aderente all’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) che è la “rete portante” della Via Francigena, quale contributo documentale per il riconoscimento nella Via Francigena, di fatto ormai avvenuto, anche del territorio tarantino della Green Road del Gal Colline Joniche; il volume, infatti, presenta i riscontri storici certificati dalla ricerca del professor Roberto Caprara, il quale ha evidenziato che nei cammini dei pellegrini, dei mercanti e dei crociati, diretti da Roma a Brindisi per imbarcarsi alla volta della Terra Santa, venivano utilizzati anche i tratturi e le vie della transumanza che attraversano ancora oggi il territorio del Gal Colline Joniche.

“Le vie verdi dei pellegrini” sarà presentato alle ore 18.00 di domani, martedì 28 giugno, presso l’Auditorium della BCC di San Marzano, in via Messapia angolo via Emilia a Grottaglie.
Coordinati da Francesco Donatelli, vicepresidente Gal Colline Joniche, i lavori saranno aperti dai saluti di Ciro D’Alò, Sindaco di Grottaglie, e di Luca Làzzaro, presidente Gal Colline Joniche. In seguito sono previsti gli interventi del professore Roberto Caprara, autore dell’opera, di Giulio Mastrangelo, docente di Storia del Diritto italiano UNIBA, e di Angelofabio Attolico, archeologo e ricercatore,

Roberto Caprara è nato a Massafra il 20 agosto del 1930, già docente di Archeologia Medioevale nell’Università di Sassari, il prof. Roberto Caprara, diplomatosi al Liceo “Archita” di Taranto, si è laureato in linguistica presso l’Università di Bari, con “maestri” Giovanni Nencioni (poi Presidente dell’Accademia della Crusca) e Giovanni Alessio (autore, con Carlo Battisti, del grande “Dizionario Etimologico della Lingua Italiana”). Dopo la laurea ha iniziato la carriera d’insegnante presso il Liceo “Marchia”, proseguendola poi presso il Liceo “Tito Livio” di Martina Franca e il Liceo “Michelangiolo” di Firenze.
Fin dall’immediato dopoguerra Roberto Caprara si è dedicato, con il fratello e il padre, allo studio dell’inestimabile patrimonio rupestre della provincia jonica, tanto da abbandonare poi la linguistica e passare a studiare l’archeologia post-classica presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma e, a Ravenna, presso l’Istituto di Antichità Bizantine e Ravennati dell’Università di Bologna.
Dedicatosi professionalmente all’archeologia, in particolare dopo essersi dimesso dall’insegnamento nel 1983, ha condotto una ventina di campagne di scavo e di ricerca in Puglia, in Toscana e soprattutto in Sardegna, dove ha vissuto per vent’anni.
Legato tenacemente al città natale e alla Puglia, pur vivendone lontano da oltre quarant’anni, a partire dagli anni Settanta è stato uno dei maggiori innovatori degli studi sui villaggi e le chiese rupestri.

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