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Il commercio dei negrieri seguiva strade diverse. La tratta portoghese e spagnola collegava il Golfo di Guinea e l’Angola, ma anche il Mozambico, al Brasile ed alle Antille. Ce lo ricorda Michele Mirelli, con una nuova “pillola di storia”.

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Inglesi, Olandesi e Francesi – ricorda ancora Mirelli – preferivano andare a vendere oggetti di poco valore in Africa in cambio di schiavi da destinare alle piantagioni di cotone, zucchero, tabacco e caffè delle West Indies e dei futuri Stati Uniti. Una volta selezionati, gli schiavi venivano riuniti in appositi centri di smistamento per poi essere imbarcati sulle navi negriere. Una delle piu’ antiche strutture di questo tipo è il castello di Saint George, costruito nel 1482 dai Portoghesi, situato nella città portuale di Elmina, in Ghana, 180 chilometri ad ovest della capitale Accra. Il grande cortile centrale, gli alloggi dei negrieri, le lucubri stanze invase dalla muffa in cui venivano tenuti gli schivi, fanno di questo posto un museo permanente degli orrori della umanità. Sulla costa Ghaneana, tra le città di Keta e Beyin si trovavano altre strutture simili. A Cape Cost si susseguono una serie di edifici che ricordano quella tragica epoca storica, come Fort Victoria. Fort William e Fort Mac Carthy. L’imponente Fort Cape Coast Castle a due passi dal mare, ospita un museo che racconta oggetti, immagini e reperti della schiavitu’ in Ghana. Fatta questa premessa storica, a Voi sembra che qualcosa sia cambiato dopo 600 anni. Nulla !

La selezione viene ottenuta dal mare (circa 1.000 annegati in un giorno), la muffa è stata sostituita dall’acqua, le navi negriere dai barconi degli scafisti, le prostitute in Italia provengono quasi tutte dal Ghana ed il centro di raccolta è la Libia, e ciò dopo che l’Italia ha collaborato a destabilizzare la Libia e gli Stati Uniti ad inventarsi una guerra assolutamente inutile ed ingiustificata. Quindi in 600 anni nulla è cambiato! Anzi, almeno in catene gli schiavi toccavano terra, oggi non hanno diritto neppure a tale “aspettativa”

Quale è la soluzione ?– si chiede Michele Mirelli. Stabiliamo un ponte umanitario e disponiamo che tutti i migranti, per quote, vengano sistemati in tutti paesi d’ Europa, nessuno escluso, ne abbiamo già utilizzato le risorse naturali ed umane (15 milioni di schiavi) è opportuno e doveroso ospitarli almeno per debito di riconoscenza!

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