In un piccolo scudo è contenuta e tramandata la nostra storia, un racconto di vita vissuta; l’araldica è infatti una disciplina scientifica per lo studio degli stemmi, dei simboli e delle complesse norme che ne regolano la materia.
Studia ed insegna a comporre le armi, gli emblemi, i colori e gli ornamenti per identificare Enti, famiglie e persone. Nella nostra legislatura gli stemmi araldici hanno, tra i pochi casi al mondo, una specifica tutela giuridica: Regioni, Provincie, Città e Comuni possiedono precise regole per adottare i propri, la Legge attraverso il Regio Decreto 61 del 1929, 1440 del 1933 e del 652 del 1943 ha posto le solide basi per la costruzione e l’adozione degli Stemmi Araldici per i suddetti Enti dello Stato. Così come la L. 142 dell’ 08/06/1990 (“Ordinamento delle autonomie locali”) ha introdotto l’obbligo/diritto per Comuni e Provincie di dotarsi di un apposito statuto sul quale, tra le altre cose, vanno riportati gli elementi identificativi dell’Ente Locale, la descrizione dello stemma e del gonfalone.
Una piccola curiosità storica: durante il ventennio fascista i Comuni potevano fregiarsi della concessione del “Capo del Littorio”, istituito con decreto numero 1440 del 12 ottobre 1933 (anno XI° dell’era fascista); questa blasonatura era di colore porpora con un fascio Littorio d’oro circondato da due rami di quercia e d’alloro annodati da un nastro dai colori nazionali. Una volta concesso con decreto, a firma del Re Vittorio Emanuele III e controfirmato da Benito Mussolini, veniva posto nella parte superiore dello scudo.
Esaminiamo, ora, lo stemma della nostra città: vediamo una grotta dall’interno della quale esce una mucca, e sopra di essa delle spighe di grano; in alto poi vediamo una stella splendente. La mucca e le spighe rammentano ed indicano le attività prevalenti della nostra comunita’, la pastorizia e l’agricoltura, privilegiate dalla ubertosita’ della terra simboleggiata nella stella.La grotta? Beh, il nome stesso di Grottaglie (Kryptae aliae ovvero altre grotte, abitate dall’uomo sin dalla preistoria), non tralasciando che la grotta è l’elemento caratteristico del nostro territorio, caratterizzato da gravine. Ed infatti il nucleo storico grottagliese è delimitato da due gravine: a nord quella di S.Elia, a sud quella di S.Giorgio.In alcune località come Bucito o Lonoce sono stati rinvenute lavorazioni risalenti al Paleolitico (pietra antica).
Questa la descrizione ufficiale araldica: “D’azzurro alla collina di verde, fondata in punta, caricata dalla grotta formata dall’antro di nero e dall’arco di rozze pietre, di rosso, essa grotta sopraccaricata dalla vacca d’argento, in profilo, con la testa posta di tre quarti, essa testa attraversante l’arco, allumata di rosso, cornata di nero, la collina con otto spighe di grano, d’oro, nodrite lateralmente, quattro a destra in banda, quattro a sinistra in sbarra, il tutto sormontato dalla stella di sei raggi d’oro.”