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Ci sono libri che possiamo definire “generazionali”, che risuonano (ed il verbo non è casuale…) in modo diverso a seconda dell’età e delle esperienze del lettore. “A 33 giri” di Francesco Presta è senz’altro uno di questi, ed a fare la differenza è se il lettore abbia più di sessanta anni o meno di trenta.

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Edito per i tipi della casa editrice Kimerik, queste “distorsioni di una mente errante” chiariscono subito l’argomento del romanzo; se il riferimento alla velocità di rotazione degli LP in vinile sarà subito un chiaro indizio per i lettori più agèe, è la frase che descrive la musica con le parole di un Anonimo a togliere ogni dubbio: “La musica è un fluido in divenire, un linguaggio evanescente; ascoltandola entriamo in un’altra vita e in un altro tempo. Siamo altrove”. E benché tutta la musica occidentale sia fatta di sette note, è solo quella del periodo d’oro del rock ‘n’ roll a fare da trait d’union dei vari capitoli del libro; dalla storica “Rock around the clock” che fu la prima colonna sonora di un certo disagio giovanile, passando alle sinfonie dei gruppi prog ed alle opere come “Tommy” o ai raduni oceanici di Woodstock e dell’isola di Wight, più o meno un trentennio forse irripetibile, che ancora oggi non manca di influenzare ascoltatori ed artisti di tutte le età.

Il romando di Presta rivela, e non potrebbe essere altrimenti, le sue passioni musicali e le sue esperienze d’ascolto; formate grazie a programmi radiofonici oggi inconcepibili, come “Bandiera Gialla”, “Alto Gradimento”, “Popoff” e “Per voi giovani”, che facevano conoscere all’Italia artisti che ben difficilmente avrebbero potuto raggiungere in altro modo i loro ascoltatori. Chi oggi è abituato a digitare il nome di un gruppo musicale o di una canzone su una tastiera per ascoltare dopo pochi secondi il brano desiderato non può nemmeno immaginare cosa significasse contendere la radio ai propri genitori, cercare il punto dove la sintonia fosse migliore, non di rado armarsi di registratore a cassette per fermare su nastro le canzoni per poterle riascoltare.

E così, per parlare del passato, Francesco Presta evoca il futuro, da vita a Jericko, primo ufficiale della nave spaziale “Crazy Diamond” in grado di scorazzare avanti ed indietro nel tempo. Insieme ad un equipaggio altrettanto singolare, questo viaggiatore sarà testimone di eventi epocali, oggi spesso dimenticati, ma che sono e restano momenti clou della nostra storia. Un po’ Capitano Kirk ed un po’ Arthur Dent, Jericko è convinto che “Abbiamo ereditato i vostri bagagli pieni di sogni, li abbiamo portati sulle spalle per anni e ora dovremmo lasciarli in eredità ai nostri figli”; certo non sarà facile, perché le distanze tra generazioni sono diventate impressionanti, ma “i sogni non hanno voglia di morire”, e di fronte ad un racconto appassionato e partecipe, non c’è smartphone, YouTube o Shaazam che tenga.

“A 33 giri” è un libro per tutte le età, venato di ricordi senza cedere ad una melensa nostalgia; è fatto di memoria e passioni, suggerimenti e racconti, aneddoti e fantasia, e se anche solo uno dei suoi lettori andrà a cercare ed ascoltare qualcuno dei brani e degli artisti citati, Francesco Presta potrà con legittima soddisfazione affermare che il Primo Ufficiale Jericko ha compiuto la sua missione.

Una narrazione che appassiona sin dalla prima pagina, in un plot surreale e onirico: un “realismo magico”, che si situa tra l’elemento incantato e surrealista e la rappresentazione realista, in cui il narratore è lo stesso protagonista che parla in prima persona, quasi come stesse tenendo un diario di bordo a favore del lettore. Jericko è il Primo Ufficiale della nave spaziale Crazy Diamond. Attingendo alla ricchezza dei suoi sogni e desideri, ci conduce, insieme ai suoi compagni di viaggio, nel passato: unico rifugio di fronte a una realtà vuota e opprimente. L’autore ha una fantasia vivissima e il magico gioca un ruolo fondamentale nelle storie dei protagonisti che vedranno materializzarsi davanti ai loro occhi la “fata del tempo” che incarna le speranze, i desideri e le aspettative degli uomini. In una trama avvincente Francesco Presta ci riporta agli anni Sessanta-Settanta, anni in cui la cultura è stata fortemente influenzata da caratteri di costume che hanno determinato numerose svolte nei vari rami artistici: dal letterario al musicale, dal figurativo al teatrale. L’Autore ci riporta a questi periodi facendoci imbattere in personaggi storici della politica, dell’arte, della musica, inserendoli in un contesto forma mentis ridando quella dignità letteraria e umana che sembrava smarrita nella memoria collettiva del nostro tempo.”

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