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Sette anni di tempo, tanto dovrebbe servire perché il nuovo ospedale di Taranto, dedicato al patrono San Cataldo, sia pienamente operativo. Dopo lo stop degli ultimi tempi, causato dai problemi della Fondazione San Raffaele e dalla scelta dell’area dove costruirlo, pare che questa sia la volta buona, probabilmente favorita dall’attenzione mediatica che c’è su Taranto, dopo le vicende relative allo stabilimento siderurgico.

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Firma dell’Accordo di Programma Quadro “Benessere e Salute” presso il Dipartimento Sviluppo e Coesione Economica a Roma per liberare i fondi necessari, poi si passerà ai bandi per il progetto e la costruzione del nosocomio che dovrebbe essere pronto nel 2020, sostituendo il “San Giuseppe Moscati” e il glorioso “SS. Annunziata”. Numeri importanti, quelli del nuovo “San Cataldo”, che sorgerà in zona “Cimino” e disporrà di 715 posti letto e 15 dipartimenti organizzati per processi di diagnosi e cura. Importanti anche le cifre messe a budget, con un finanziamento di 392 milioni di euro, di cui 325 sono assicurati dal Fondo Sviluppo e Coesione.

Insieme al “San Cataldo”, finanziati anche i lavori per il nuovo ospedale della Valle d’Itria che sorgerà tra Monopoli e Fasano e per le opere da realizzare presso il Centro Grandi ustionati di Brindisi, gli Ospedali Riuniti di Foggia e il «Giovanni XXIII» di Bari. “Un appuntamento al quale non ci facciamo trovare impreparati – hanno spiegato dall’assessorato regionale alle Politiche della salute – dal momento che sono stati già presentati al Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti, gli studi di fattibilità per le due strutture e che sono già stati definiti gli schemi di delibera per l’avvio delle gare di progettazione. A buon punto è anche l’iter per la cantierizzazione dei lavori relativi al Centro Grandi Ustionati di Brindisi, per il quale la Asl ha già predisposto il quadro economico del progetto”.

Un crono-programma “congruo ai tempi previsti dalle direttive in materia” – secondo la struttura regionale – che contempla la doppia fase di gara per la progettazione e per l’appalto integrato, e che utilizza lo strumento della progettazione clinico-gestionale elaborata dalle Asl per garantire l’adeguato livello tecnologico delle strutture. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Gentile, che ha inoltre annunciato l’approvazione in tempi brevi del Patto per la salute per l’anno 2014 sottolineando come la riformulazione dell’art.12 (edilizia sanitaria, investimenti e ammodernamento tecnologico) proposta dalla Regione Puglia, sia stata condivisa anche dalle altre Regioni.

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