
Cambia il modello organizzativo dell’Assistenza Primaria anche in ASL Taranto. Dal 1° luglio entrano ufficialmente in funzione le Aggregazioni Funzionali Territoriali (A.F.T.), una nuova forma di organizzazione della medicina generale, finalizzata a garantire maggiore continuità assistenziale, potenziamento dei servizi sul territorio e riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso.
Le Aggregazioni Funzionali Territoriali (A.F.T.): una nuova organizzazione per la medicina generale
Negli ultimi anni, il sistema sanitario italiano sta affrontando una profonda trasformazione per rispondere meglio ai bisogni della popolazione, soprattutto in un contesto di invecchiamento demografico, carenza di medici di base e crescente complessità delle cure. Tra le principali novità organizzative introdotte a livello territoriale ci sono le Aggregazioni Funzionali Territoriali (A.F.T.), uno strumento pensato per rendere più efficiente, coordinata e accessibile la medicina generale.
Il cittadino potrà continuare a rivolgersi al proprio medico di fiducia ma, in caso di necessità, potrà accedere agli altri ambulatori della A.F.T., con la sicurezza che ogni medico avrà a disposizione le informazioni sanitarie necessarie grazie a una piattaforma digitale condivisa.
All’interno di ogni A.F.T., i medici di medicina generale manterranno i propri studi e il rapporto diretto con i pazienti, ma lavoreranno in rete, condividendo i dati clinici e organizzando i turni per garantire ambulatori sempre aperti dal lunedì al venerdì, dalle 8:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 20:00.
La turnazione tra i medici della AFT garantirà anche una novità importante: un ambulatorio della A.F.T., a turno, sarà operativo, ad accesso diretto e solo per le prestazioni ambulatoriali non differibili, anche dalle ore 13:00 alle ore 15:00 dal lunedì al venerdì e dalle 8:00 alle 11:00 il sabato e nei prefestivi.
Nel territorio della ASL Taranto saranno attivate 19 aggregazioni funzionali territoriali AFT: sei su Taranto città
– AFT1 Talsano,
– AFT2 Solito-Borgo,
– AFT3 Montegranaro-Solito,
– AFT4 Montegranaro-Salinella,
– AFT5 Paolo VI-Tamburi,
– AFT6 Borgo-Solito,
mentre in provincia ci sono
– Laterza e Ginosa;
– Massafra;
– Martina Franca;
– Grottaglie e San Marzano di San Giuseppe;
– Avetrana e Manduria;
– Castellaneta e Palagianello;
– Mottola e Palagiano;
– Crispiano;
– San Giorgio, Carosino, Monteparano, Montemesola, Roccaforzata e Monteiasi;
– Lizzano, Maruggio e Torricella;
– Statte;
– Pulsano, Faggiano e Leporano;
– Fragagnano e Sava.
Il percorso normativo delle A.F.T. nasce nel 2012 con la Legge Balduzzi, è disciplinato dall’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) del 2024 e si concretizza pienamente in Puglia grazie all’Accordo Integrativo Regionale sottoscritto lo scorso maggio 2025. Le A.F.T. rappresentano un modello organizzativo essenziale per rafforzare l’assistenza primaria, l’integrazione tra i professionisti sanitari, l’utilizzo degli strumenti digitali e l’implementazione di modelli più efficienti di assistenza.
ASL Taranto invita i cittadini a prendere visione delle informazioni specifiche che saranno esposte negli studi medici e a collaborare nel rispetto delle indicazioni organizzative, a beneficio di tutta la comunità.
Che cosa sono le A.F.T.?
Le Aggregazioni Funzionali Territoriali sono forme organizzative che riuniscono un gruppo di medici di medicina generale (MMG) e pediatri di libera scelta (PLS) operanti nello stesso ambito territoriale. A differenza delle forme associative tradizionali (come le medicine di gruppo o le associazioni in rete), le A.F.T. non prevedono necessariamente la condivisione di un’unica sede fisica, ma puntano a una coordinazione funzionale tra i professionisti.
L’obiettivo principale è offrire ai cittadini una maggiore continuità assistenziale, grazie alla collaborazione strutturata tra i medici, alla condivisione di informazioni cliniche e all’integrazione con altri servizi territoriali, come infermieri di famiglia, specialisti ambulatoriali, assistenti sociali e farmacisti.
Come funzionano?
Ogni A.F.T. è formata da un numero minimo di medici (solitamente tra 10 e 20), distribuiti sul territorio e organizzati in modo da garantire:
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Copertura oraria estesa (per esempio, anche nei pomeriggi o in fasce non coperte dal singolo medico);
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Gestione integrata dei pazienti cronici, con percorsi diagnostico-terapeutici condivisi;
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Condivisione delle informazioni cliniche, grazie all’uso di strumenti informatici interoperabili;
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Rapporti più stretti con la Casa della Comunità (dove presente), punto di riferimento per l’assistenza territoriale.
Perché sono importanti?
Le A.F.T. rappresentano un passaggio chiave nella riforma della sanità territoriale prevista dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). In un sistema in cui sempre più persone convivono con malattie croniche e hanno bisogno di cure continue, la medicina generale deve evolversi da un modello individuale a uno collettivo, multidisciplinare e integrato.
Con le A.F.T., si supera l’isolamento professionale del singolo medico di base e si promuove una presa in carico più efficace, centrata sulla persona, non solo sulla malattia.
Quali vantaggi per i cittadini?
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Maggiore accessibilità: è più facile trovare un medico disponibile, anche se il proprio è assente;
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Continuità e qualità dell’assistenza, soprattutto nei casi complessi o cronici;
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Riduzione del ricorso improprio al pronto soccorso, grazie alla presenza di un sistema di cure primarie più forte e organizzato;
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Un approccio più umano e personalizzato, grazie alla collaborazione tra figure diverse che si prendono cura del paziente nel suo contesto di vita.
Le sfide da affrontare
Non mancano, naturalmente, le difficoltà. L’avvio delle A.F.T. richiede:
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Una forte spinta organizzativa e tecnologica (sistemi informatici condivisi, formazione, coordinamento);
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Il coinvolgimento attivo dei medici, che devono cambiare il proprio modo di lavorare;
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Un adeguato supporto da parte delle ASL e delle Regioni, responsabili dell’attuazione locale del modello.
In conclusione
Le Aggregazioni Funzionali Territoriali non sono solo una nuova sigla nella sanità italiana, ma una concreta possibilità di migliorare l’assistenza sanitaria di prossimità, rendendola più moderna, efficiente e centrata sulle reali esigenze delle persone. Un passo importante verso una medicina del territorio più solida, integrata e capace di affrontare le sfide della sanità del presente e del futuro.