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La Venerabile Confraternita Maria SS. Del Monte Carmelo di Massafra (Ta), in occasione dei solenni festeggiamenti per la ricorrenza della festa parrocchiale, ha promosso un importante momento di dialogo culturale per focalizzare l’attenzione sulla condizione dello straniero, in un momento in cui nel “mare nostrum” di latina memoria si stanno consumando, ancora una volta, immani tragedie umane.

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Qualificati relatori sono stati la dott.ssa Bombina Santella, da un trentennio in Magistratura, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Taranto, e la dott.ssa Olga Guarnieri, molto attiva nel sociale e attualmente impegnata in Bologna nella gestione di progetti di accoglienza per donne migranti in condizione di vulnerabilità, che ha permesso alla numerosa e interessata platea intervenuta di conoscere quello che le cronache giornalistiche spesso non evidenziano. La dott.ssa Guarnieri, con un’accorata e calorosa descrizione, fatta da chi ha “vissuto sul campo“ le storie vibranti di questi individui, ci ha portato a condividere il loro dolore, le loro speranze, i loro sentimenti ha ricordato a tutti che dietro ogni “straniero”, dietro ognuno di loro c’è una persona desiderosa di vivere esattamente come ciascuno di noi. Sono soprattutto persone e volti. La dott.ssa Santella, poi, ha illustrato l’aspetto giuridico della “condizione” di migrante, avendo una particolare attenzione nel descrivere le importanti iniziative di integrazione nel locale tessuto sociale, promosse e adottate dal Tribunale per i minorenni di Taranto, per proteggere questa fascia di persone che, nonostante la loro tenera età, hanno già sulle spalle un gravame di esperienze incredibile che li ha portati ad un accelerato processo di maturazione e di sofferenza. Anche i testi biblici, ha infine ricordato don Salvatore di Trani, Padre Spirituale della Confraternita e parroco della Chiesa che ha ospitato il convegno, hanno posto lo “straniero” al centro delle riflessioni cristiane. L’evangelista Matteo, nel descrivere mirabilmente il “giudizio finale”, pone una netta linea di demarcazione tra i “giusti “e gli altri che saranno chiamati a rendere conto delle proprie azioni. Uno dei parametri di giudizio è proprio lo “ status” di straniero, “Ero straniero e mi avete accolto”, dice ai premiati; “ero straniero e non mi avete accolto” dice a coloro che maledice e destina al fuoco eterno. Se andiamo ancora più indietro nei testi sacri, arrivando al Pentateuco e, in particolare, al libro dell’Esodo, interamente dedicato alla condizione di “profughi“ – è il popolo ebreo che si muove verso la Terra Promessa – vediamo che Dio padre quando consegna a Mosè le “norme” che gli israeliti dovranno osservare, tra queste vi è anche un precetto importantissimo “non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto”.

Ma chi è lo straniero? Volgendo un attimo lo sguardo all’etimologia del termine balza subito all’occhio il collegamento alle preposizioni latine “ex” ed “extra“ che stanno ad indicare il concetto di “ fuori “, “esterno”; ma la parola richiama anche il greco “xenos”, ossia l’ospite, personaggio sacro nella cultura greca, quasi a richiamare la sacralità di un obbligo/dovere di ospitare, tant’è che tra gli epiteti attribuiti al capo degli dei, Zeus, vi è anche “Xenios”, protettore degli stranieri.

Al termine degli interventi ha preso la parola il “giovane” e “vigoroso” Francesco Nigro, Priore della Venerabile Confraternita, ringraziando i relatori e il Ten. Col. della Guardia di Finanza, Confratello dott. Piero Romano che, con mano sicura, ha coordinato i lavori. Nigro, ha detto: “Se nella vita di ogni giorno sapremo accogliere l’altro come un dono, le migrazioni saranno anche l’occasione provvidenziale per contribuire a costruire una società più giusta”.

Infine ha concluso con le parole del Cardinale Bagnasco, in occasione del Convegno di Genova, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana nell’ottobre 2017: “I fratelli (ha detto), che arrivano da noi sono un appello di Dio al risveglio della coscienza, sia personale sia sociale: Andare verso l’altro mi salva da me stesso“.

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