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Ciclismo ed epilessia: un matrimonio che si può fare.

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Perché, anche se sei epilettica, puoi fare tutto o quasi nella vita, puoi anche essere una biker agonistica e diventare più volte Campionessa Italiana Marathon (MTB), come fa Antonella Incristi, donna epilettica di 38 anni che ha al suo attivo un palmares con una moltitudine di medaglie a livello nazionale ed europeo.
In occasione di Bicincittà 2015, la manifestazione ciclistica che si terrà a Taranto DOMANI, domenica 10 maggio, sulla Rotonda del Lungomare, location del traguardo, sarà allestito un punto informativo dell’Associazione di volontariato E.P.P.I. (Epilessia Puglia Progetto per l’Integrazione), la prima del territorio ad affrontare la problematica dell’epilessia (info. epilessiapuglia@libero.it – 347.8287256).
In questo “info point”, allestito nei pressi dell’associazione A.s.d. MTB Taranto Bikers di Giuseppe Barone, i volontari della E.P.P.I. daranno informazioni sulle loro attività e su quelle dei gruppi di “mutuo aiuto” – il cosiddetto “self help” – per gli epilettici e i loro familiari, già attivi sul nostro territorio.
L’Associazione di volontariato E.P.P.I. collabora da anni con la E.L.O. e la A.E.P.O., due organizzazioni di volontariato della Lombardia e della Emilia Romagna, che da circa 40 anni operano concretamente in questo settore nell’ambito della FIE (Federazione Italiana Epilessie).

Presentando l’iniziativa Monica Martina, presidente di E.P.P.I., ha spiegato che «l’esperienza sportiva di Antonella Incristi dimostra che le crisi epilettiche non sono solo quelle dell’immaginario collettivo, con perdita di conoscenza o convulsioni, ma sono varie, anche con disturbi minimi che, se trattati adeguatamente con farmaci dopo una diagnosi precoce, in gran parte dei casi (70%) consentono all’epilettico una vita normale; purtroppo nel restante 30% dei casi l’epilessia è “farmacoresistente” stravolgendo la vita del malato, anche causandogli disabilità, finanche ritardi mentali, e conseguentemente quella dei suoi cari. In questo caso l’azione del volontariato, supportato dalle comunità scientifiche, diventa fondamentale integrando quella delle strutture sanitarie, in particolare operando a favore dell’inclusione sociale e lavorativa dell’epilettico».

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