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«Nelle scorse settimane due casi di bambini abbandonati nei cassonetti dalle madri subito dopo il parto.. e si tratta solo della punta dell’ iceberg in cui spesso è solo la casualità che consente di ritrovare – e qualche volta salvare – il bambino abbandonato.» Lo ricorda una nota dell’ABIO – Associazione per il Bambino In Ospedale di Taranto.

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«Quanti sono i corpicini che finiscono negli inceneritori o dilaniati dai cani randagi senza che nessuno se ne accorga? Tutti questi casi – prosegue la nota dell’ABIO – hanno come fattore comune la disperazione di donne, spesso giovani, spesso straniere, lasciate sole e non sostenute dalla società. Donne che per tutta la vita ricorderanno e pagheranno nel cuore il loro atto.

Questa culla è una zattera per accogliere il più emarginato degli emarginati e il più indifeso degli indifesi: il neonato ex nascituro. Un giaciglio che sarà, per paradosso, un luogo di accoglienza anche per le madri. Lì potranno adagiare, seppur con infinto strazio, le proprie speranze e la culla sarà per loro di conforto perché certe che il loro piccolo sarà accolto con amore e che la coscienza in futuro non potrà rimproverarle per aver buttato il proprio figlio in un cassonetto lungo la via o in un angolo sterilizzato di una clinica abortiva. Un’ancora di salvezza per ormeggiarle alla vita e stornarle da propositi abortivi.

Quel o quei bimbi, salvati grazie alla culla per la vita per tutta la loro vita saranno i testimoni viventi che davvero il male si vince con il bene e che un calda e soffice culla può nel suo piccolo ammansire anche la bestia più feroce. Questa è la motivazione che ha spinto il Dottor Forleo, Direttore dell’Utin, a ideare il progetto, ABIO TARANTO ONLUS e Teleperformance a sostenerlo economicamente e la Direzione Generale della ASL a supportarlo.

La “culla per la vita” – evidenzia l’ABIO di Taranto – è una struttura in cui le madri possono lasciare il loro bimbo in assoluto anonimato, ispirata all’antica ruota degli esposti. Nonostante la legge italiana offra la possibilità di partorire in ospedale senza lasciare le proprie generalità, affidando il neonato alla cura dei sanitari e aprendo la via all’adozione, sono ancora tanti – troppi – i casi di bimbi trovati senza vita nei cassonetti. La “culla per la vita” rappresenta un’alternativa a questo gesto estremo di disperazione, offrendo alla donna l’opportunità di lasciare il neonato con la certezza che, grazie a un sofisticato sistema di controllo, in breve tempo incontrerà persone e sanitari pronti a prendersene cura.

La culla dispone di sensori che, non appena rilevata la presenza del neonato, attivano un impianto di videosorveglianza collegato a distanza a più persone e, al contempo, i necessari dispositivi per il riscaldamento e l’areazione, indispensabili per il neonato. La finestra, sarà sempre apribile dall’esterno, salvo quando venga deposto il bimbo; a quel punto, una volta richiusa, potrà essere riaperta solo da personale autorizzato.

Alla conferenza stampa e alla cerimonia d’inaugurazione che si terranno martedì 20 dicembre alle ore 10,00 prenderanno parte Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Filippo Santoro, il Presidente di ABIO TARANTO, Dott.ssa Deborah Cinquepalmi, Teleperformance, il Dott. Forleo, il Direttore Generale della ASL, Avv. Stefano Rossi e autorità civili e militari»

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