Pubblicità in concessione a Google

«Non violenza e Informazione. Settimana della Cultura a Grottaglie al Liceo Moscati. Due temi che costituiscono dei percorsi fondanti in una società che attraversa, costantemente, le “terre dei fuochi”, e intorno a questo senso le “religioni” delle civiltà si confrontano e non solo necessariamente si incontrano.» E’ quanti scrive in una nota la professoressa Marilena Cavallo.

Pubblicità in concessione a Google

«Ma il confronto – prosegue la nota – è la finestra aperta verso gli Incontri. Dialogare sulla Nonviolenza (tutto intero il termine) e sulla Informazione è parlare con questo nostro tempo che è in cammino, ma può leggersi anche come se vivesse una fuga. Questi due aspetti sono due linee integranti del libro “Caro Francesco”, ovvero “Venticinque donne scrivono al Papa” (Il Pozzo di Giacobbe). A curare le pagine della Nonviolenza e dell’Informazione sono Etta Ragusa e Rosa Siciliano. Due donne impegnate nella militanza attiva in una civiltà che vive la sua transizione tra i tessuti geoambientali e i processi culturali che le comunità sottolineano. Etta Ragusa, che vive a Grottaglie e opera in campo nazionale con esperienza nel mondo della scuola e nel mondo dell’associazionismo dei Movimenti, e Rosa Siciliano, di Bari, con esperienze in Pax Christri e attività nel Consiglio pastorale diocesano, apriranno la Settimana Culturale del Liceo “Giuseppe Moscati” di Grottaglie (Ta) diretto da Anna Sturino, programmata dal 13 al 17 aprile prossimo, con appuntamenti su libri, autori e un Convegno finale sul ruolo delle Etnie storiche a confronto con la “rappresenta” della contemporaneità.

Sono proprio Etta Ragusa e Rosa Siciliano che aprono la Settimana della Cultura lunedì 13 aprile prossimo alle ore 10.30 al Liceo Moscati di Grottaglie dialogando con allievi e docenti. Infatti, Etta Ragusa e Rosa Siciliano scrivono, insieme ad altre 23 donne che affrontano una diversità di aspetti che attanagliano la nostra contemporaneità, delle lettere a Papa Francesco e tra le parole ci sono storie e meditazioni, esperienze e testimonianze che costituiscono una chiave di lettura profondamente legate al rapporto pedagogia del progresso e conoscenza dei nuovi saperi. Tra le parole della Siciliano la presenza dell’insegnamento di Giovanni Paolo II è marcato proprio nel segno dell’invito alla speranza. Si chiede e ci chiede: Cosa siamo noi oggi? O meglio, cosa rappresentiamo come uomini in un tempo della parola che cede spesso al relativismo? Citando Kapuscinski si sofferma sul ruolo della conoscenza, ma conoscere è informare e informare è “attraversare una frontiera”, che, in fondo, è quella del superamento delle barriere attraverso i “saperi” e sono proprio i saperi che ci portano a varcare la soglia.

Quella soglia – ricorda la professoressa Cavallo, cara al Santo Giovanni Paolo II, che va varcata per dare un orizzonte alle consapevolezze. È la conoscenza che vive nella consapevolezza dell’anima e degli “atti”, secondo Etta Raguso, che ci permette di affrontare il tema della non violenza. Ed è non solo un atto educativo, ma diventa una questione anche ermeneutica. Infatti discutere, con le nuove e antiche generazioni, di “nonviolenza”, significa portare l’esempio dei testimoni dell’amore che portano nomi centrali tra l’Oriente e l’Occidente: da Gandhi a Tolstoj. Testimonianza che è pedagogia all’invito ad amare l’altro che è in noi. Proprio su questa specificità Etta Ragusa fa riferimento al “Discorso della montagna”, una cifra significativa in tutte le Lettere indirizzate al Papa, definendolo come una “pratica del perdono e della riconciliazione”. In realtà la Raguga insiste sul dato pedagogico proprio nel momento in cui afferma che “il mondo ha bisogno di testimoni credibili ed è necessario dare e riceve insegnamenti ed esempi di nonviolenza fin dai primi anni di vita”.

Dunque un incontro con due donne che vivono nel loro tempo il Tempo della pratica dell’amore, dell’incontro, della tolleranza, dell’Esempio. Anche per questi aspetti la Settimana della Cultura ha un suo incipit straordinario dal punto di vista della cultura dell’umanesimo, perché il dato centralizzante è l’umanesimo di una nuova cultura, ovvero un nuovo umanesimo per una cultura cangiante. Lungo questo viaggio abbiamo cercato di creare eventi e incontri che sono rivolti ad una società che deve saper guardare, poter guardare, con attenzione alle generazioni che hanno come riferimento la formazione e la informazione. Su questo nucleo tematico il Liceo Moscati ha indirizzato le sue chiavi di lettura sempre all’insegna del dialogo, della dialettica tra modelli di pensiero, e al dibattito articolato. Il libro “Caro Francesco”, con una bella Introduzione di Raffaele Nogaro, enuclea, in fondo, la profondità di quelle “periferie nel cuore” (da cui è nato anche un libro di Luise) di cui spesso discute Papa Francesco, partendo da quella famosa metafora verità che è: “Pronto? Sono Francesco”, (libro di Milone), che non smette di vivere nei nostri cuori.

La cultura è un darsi – conclude la professoressa Marilena Cavallo – e il darsi è permettere a tutto tondo di spezzare quelle frontiere, o quei confini, che vivono nelle parole, ma anche oltre. Noi siamo presenti. Saremo presenti in queste venticinque lettere che parlano di noi, di noi tutti, e il Liceo Moscati di Grottaglie è un polo di costante confronto

Pubblicità in concessione a Google