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Senza farsi attendere troppo anche quest’anno l’ influenza è arrivata nel nostro paese facendo registrare i primi casi. L’ influenza costituisce un importante problema di Sanità Pubblica a causa del’ enorme numero di casi che si verificano annualmente che può essere più o meno variabile a seconda della trasmissibilità del virus circolante.

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La mortalità attribuibile all’ influenza ogni anno in Italia è pari ad 8.000 decessi e l’ 84% di questi riguarda soggetti con età maggiore o uguale a 65 anni. L’ incidenza cumulativa maggiore si è registrata nella stagione 2004/2005 quando si ebbero 116 casi per 1000 assistiti. Se andiamo a considerare le varie fasce d’ età notiamo che la massima incidenza cumulativa si ha nei bambini di 0-4 anni con 270 casi per 1000 assistiti. L’ incidenza decresce con l’ età fino a raggiungere un valore minimo negli anziani.

Di fondamentale importanza sono i provvedimenti da prendere al fine di limitare il contagio inter-umano. E’ fortemente raccomandato il lavaggio delle mani. Quindi bisogna lavarsi spesso le mani, in particolare dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito. E’ raccomandato, al fine di una buona igiene respiratoria, coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce. E’ raccomandato l’ isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale. Ed è infine raccomandato l’ utilizzo di mascherine da parte dei soggetti con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari.

Oltre a queste misure di prevenzione primaria un’ altra arma importante per difenderci dall’ influenza è la vaccinazione. L’ Organizzazione Mondiale della Sanità indica quale obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave. Pertanto la vaccinazione viene offerta attivamente e gratuitamente ai soggetti a maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso contraggano l’ influenza.

In Italia, il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è quello autunnale che va dalla metà di ottobre alla fine di dicembre.

Ma quali sono le categorie per le quali la vaccinazione stagionale è raccomandata?
– Soggetti di età pari o superiore a 65 anni
– Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza
– Donne che all’ inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo mese di gravidanza
– Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti
– Medici e personale sanitario di assistenza
– Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio
– Soggetti addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo (polizia, vigili del fuoco, ecc.)
– Personale che per motivi di lavoro è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani.
I vaccini disponibili in Italia sono tutti inattivati e cioè non contengono particelle virali intere attive.

Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:
– Lattanti al di sotto dei 6 mesi di vita
– Soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave dopo la somministrazione di una precedente dose
– Una malattia acuta di media o grave entità con o senza febbre. La vaccinazione in questo caso dovrebbe essere rimandata a guarigione avvenuta.

Ci sono infine le false controindicazioni alla somministrazione del vaccino antinfluenzale. Allergia alle proteine dell’ uovo, con manifestazioni non anafilattiche
– Malattie acute di lieve entità
– Allattamento
– Infezioni da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite.

Pertanto non è controindicato vaccinare soggetti con neoplasie in corso di trattamento chemioterapico. La condizione di immunosoppressione non costituisce una controindicazione in quanto il vaccino al limite potrebbe non evocare una adeguata risposta immune.

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