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Uno dei temi caldi del momento è l’aumento dei prezzi. In realtà lo è già da un po’. Ad aprire gli scenari dei rincari c’è stato l’incremento del costo dell’energia. Già dal primo trimestre di quest’anno sia le famiglie che le attività hanno ricevuto le bollette delle utenze con cifre sempre più elevate da pagare, influendo pesantemente sul bilancio in quanto i rincari delle forniture energetiche sono stati davvero vertiginosi.

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A seguire, l’aumento del costo del carburante. Benzina e diesel hanno superato abbondantemente la soglia dei 2 Euro, si gira di stazione di servizio in stazione di servizio per cercare il prezzo migliore e risparmiare almeno qualche centesimo al litro.

Sarebbe la volta buona per cercare di limitare l’uso dell’automobile, e la cosa porterebbe non pochi benefici su più fronti (ambientale, psicofisico, del traffico, ecc…) ma non sempre le strade dalle nostre parti consentono l’uso della bici o del monopattino, il trasporto pubblico non è ben organizzato per soddisfare le esigenze di tutti e non ci sono abbastanza servizi di mobilità alternativa di cui usufruire.

Aumento dei prezzi: la spesa alimentare

Anche la spesa alimentare è vittima di rincari ormai quotidiani. Già da qualche mese abbiamo notato dei piccoli aumenti sui beni di consumo, aumenti che via via si sono rivelati anche parecchio consistenti. Pensiamo ad esempio alla pasta o al pane o all’aumento vertiginoso del costo dell’olio di semi che fa passare la voglia di fritture.

Poi c’è stata la “shrinkflation”: confezioni con meno prodotto all’interno, ma stesso prezzo.

200 grammi di cozze sgusciate son passate da 3 euro della pescheria e 3,50 circa nella grande distribuzione a quasi 5 euro! Non ci sorprendiamo più per il caffè al bar che costa non meno di 1 euro nella maggior parte dei locali, cominciamo però a mugugnare se dobbiamo pagarlo 1,20 o 1,30…

Aumento dei prezzi: stabilimenti balneari

Altro argomento caldo di discussione e di vertiginosi aumenti sono i costi da sostenere per frequentare spiagge private. Alcuni stabilimenti balneari sono alla ribalta delle news nazionali per via dei costi vertiginosi da sostenere per trascorrere una giornata al mare, idem per gli abbonamenti settimanali, mensili, stagionali.

E non solo costa tanto l’ombrellone e le altre attrezzature… questi lidi, da regolamento spesso non consentono di portare con se cibo e bevande da casa… si è costretti quindi a consumare presso il loro ristorante o bar o tavola calda… E anche qui aumenti incredibili: alla tavola calda self service (non un ristorante, seduti e serviti!) di uno stabilimento balneare, per fare un esempio, in alcuni casi costi dei piatti sono quasi aumentati del doppio.

Alcuni esempi: una porzione di orecchiette baby (quindi un piattino non troppo pieno di pasta al pomodoro) passa dai 4 euro dello scorso anno a 7 euro…. Una insalatona con lattuga, mais, pomodori, mozzarella (o tonno) che lo scorso anno costava 5 euro, costa adesso sempre 5 euro, ma in porzione ridotta e senza mozzarella o tonno.. Una porzione di parmigiana passa da 5 a 9 euro, una porzione di frittura di mare passa da 10 a 14 euro…

Alcuni consigli

Questi rincari hanno sicuramente le loro cause nell’inflazione dovuta alla pandemia da Covid-19, nel conflitto bellico in corso tra Russia e Ucraina; ci viene comunque da pensare che si stia anche speculando un po’.

Ok, il costo delle materie prime è aumentato, il costo dei materiali di packaging è aumentato, così come i costi per il trasporto… ma i salari non sono aumentati di conseguenza, pertanto, diminuirà il potere d’acquisto.

Di questo passo i consumatori saranno spinti a rivedere le scelte d’acquisto e adottare strategie volte al risparmio, sacrificando in questo modo la qualità.

Si consiglia sempre, e in questo periodo più che mai di evitare gli sprechi di qualsiasi tipo, di razionare l’uso dell’automobile quando possibile, di adottare scelte consapevoli, limitare gli acquisti superflui e trovare un necessario equilibrio.

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