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Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Chi è stato protagonista della ennesima odissea su un treno a lunga percorrenza è stanco e irritato, chi viaggia spesso e oramai ha fatto l’abitudine ai ritardi sembra quasi consolarsi con un rassegnato: “Almeno siamo arrivati”.

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Di fatto l’Intercity Roma Taranto di venerdì notte è arrivato nel capoluogo ionico con tre ore di ritardo, quasi il triplo del tempo che ci metterebbe un volo di linea a percorrere la stessa distanza.

La causa, un guasto al locomotore, che ha improvvisamente fermato il convoglio in piena notte nelle campagne del foggiano. Una zona – a detta dei testimoni – buia, senza case o strade vicine che permettessero l’arrivo di soccorsi o assistenza.

Certo il viaggio non era cominciato sotto i migliori auspici, già da Roma il terno era partito con un’ora di ritardo ma – specie d’estate e su certe tratte – questa è oramai una fastidiosa ma non certo rara evenienza.

Poi, verso le 22,00, gli otto vagoni ed il locomotore si sono fermati di colpo: al buio, senza aria condizionata, senza sapere quanto e perché il treno sarebbe stato fermo.

A bordo, col passare dei minuti, rabbia e anche qualche malore, con la luce dei telefonini che illuminava un paesaggio spettrale. Dopo ore l’arrivo di un nuovo locomotore che verso mezzanotte ha fatto arrivare il treno a Foggia, dove è stata prestata la prima assistenza ai viaggiatori, e di qui sino a Bari, da d0ve poi i protagonisti – o sarebbe quasi il caso di chiamarli “superstiti” – hanno raggiunto Taranto a bordo di un autobus.

L’episodio fa notizia ma non è eccezionale; come detto – specie durante la stagione estiva, ritardi e disservizi sono purtroppo all’ordine del giorno, e con buona pace di chi continua a parlare della vocazione turistica del territorio la Puglia, ma soprattutto Taranto, è sempre più difficile da raggiungere, con treni che sono sempre meno, sempre più vecchi e sempre più scomodi. A chi viaggia, intanto, non resta che sperare che alle tante parole seguano, finalmente, i fatti.

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