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«ll “randagismo” non deve diventare un business e non bisogna incentivarlo.» Lo afferma il consigliere regionale Cosimo Borraccino, presidente della II Commissione (Affari Generali e Personale) Regione Puglia.

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«I Comuni – ricorda l’esponente ionico di SI – investono centinaia di migliaia di euro ai canili privati per il mantenimento dei cani, sottraendo fondi che si potrebbero investire diversamente dotandosi di strutture proprie.
Per tale motivo, ma anche e soprattutto per la dignità dei nostri amici pelosi non condivido i contenuti della proposta di legge “Interventi per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo” presentata da Romano, Mazzarano, Amati e altri otto consiglieri, ovvero dalla quasi totalità del gruppo PD alla Regione Puglia, che modifica la buona legge 12/95, già migliorata nel 2006.
Ritengo infatti che la proposta di legge sia da rivedere, poiché non tutela affatto gli animali d’affezione e vanifica gli sforzi quotidiani fatti da una pluralità di soggetti ed enti di volontariato in favore degli animali.

La proposta di legge Piddina è un cambio di rotta rispetto ad una legge perfetta, che, se fosse stata correttamente applicata, avrebbe portato nel medio termine ad una definitiva risoluzione del fenomeno randagismo.
Dalla lettura del testo si intravedrebbe l’esclusivo vantaggio dei canili privati, un business di 30 milioni di euro!

A tal proposito – aggiunge Borraccino – giova rammentare che il Tar Puglia ha varie volte sentenziato che il servizio di gestione del problema “randagismo” è interdetto a società private a fini di lucro, infatti l’organo di giustizia amministrativa è consapevole delle ricadute negative in termini economici a carico dei Comuni, e quindi della collettività, che avrebbe comportato la gestione del fenomeno in mano ai privati.

La sentenza della Corte Costituzionale n. 285 del 18/10/ 2016 dichiara “l’illegittimità costituzionale degli art.12 e 14 della legge della Regione Puglia n.3 aprile 1995 (interventi per la tutela degli animali e prevenzione del randagismo) nella parte in cui non consente a soggetti privati, che garantiscono la presenza nella struttura di volontari delle associazioni animaliste e zoofile preposti alla gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani e dei gatti, di concorrere all’affidamento dei servizi di gestione di canili e gattili “
Quindi la Corte Costituzionale ammette i soggetti privati, a condizione che siano in grado di garantire la presenza di volontari di associazioni animaliste,esclusivamente a concorrere all’affidamento dei servizi di gestione di canili e gattili, così come prevede la norma statale di riferimento art. 4 comma 1 della legge 14 agosto 1991 n. 281 “ Legge Quadro in materia di animali di affezione e Prevenzione del Randagismo”.

Invece la proposta di legge a firma di undici Consiglieri Regionali Pugliesi, volta ad adeguare la L. R. n. 12/1995,va a modificare altri articoli perfettamente conformi alla legge quadro n. 281/1991che non sono stati dichiarati anticostituzionali dalla sentenza della Corte Costituzionale, andando in netto contrasto con detta normativa nazionale.
La proposta di legge modifica infatti anche l’art. 8 comma 1 della Legge Regionale n. 12/1995 non interessato dalla Sentenza della Corte Costituzionale, ammettendo addirittura la costruzione dei canili sanitari da parte dei privati andando in netto contrasto con la Legge Nazionale n. 281/1991 che prevede la costruzione dei canili sanitari esclusivamente da parte dei Comuni.

La PROPOSTA DI LEGGE modifica arbitrariamente anche l’art. 8 comma 3 ammettendo la gestione dei canili sanitari anche a soggetti privati, addirittura prevedendo di ricorrere agli strumenti di partenariato pubblico, in netto contrasto con la Normativa Nazionale Legge Quadro 281/1991 che affida la Costruzione e gestione ai soli Comuni.
La Proposta di legge modifica arbitrariamente anche l’art. 9 comma 4 della Legge regionale 12/1995 ammettendo anche la progettazione, costruzione e gestione dei canili rifugio da parte di soggetti privati ricorrendo agli strumenti di partenariato pubblico/privato, in netto contrasto con la normativa nazionale Legge Quadro n. 281/1991.
Soggetti privati tra l’altro non contemplati dalla Normativa Nazionale che devono garantire la presenza nella struttura di volontari delle associazioni animaliste e zoofile preposti alla gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani e dei gatti.

La buona politica – conclude Borraccino – deve intervenire per migliorare e non peggiorare il fenomeno, che con l’ inerzia fa si che i canili rappresentino solo un gravoso costo per i Comuni e per i cittadini ed in futuro purtroppo sarà destinato ad aumentare se questa proposta verrà tramutata in legge.
Per tale motivo chiaramente affermo che non sosterrò, votando contro, la proposta di legge sul tema dei colleghi del PD

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