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«Ancora regali alla Sanità privata per la gestione dei tre Centri risveglio pugliesi e dei due poli riabilitativi? Speriamo di no!» E’ quanto dichiara il consigliere regionale Cosimo Borraccino, Presidente della II Commissione (Affari Generali e Personale) Regione Puglia.

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«Sinistra italiana – prosegue Borraccino – è impegnata per la tutela della Sanità pubblica, del concetto di uguaglianza in Sanità.
Siamo contrari ad affidare a privati ulteriori servizi sanitari ospedalieri.Oramai da settimane il presidente/assessore alla Sanità va in giro per la Puglia annunciando la riconversione degli ospedali che in realtà ha chiuso. Parliamo dei tre Centri risveglio di Ceglie Messapica Triggiano e Canosa e dei poli della riabilitazione di Grottaglie e di Terlizzi.
Ci chiediamo quando varerà il piano del personale da assumere, perché per attivare tre Centri risveglio, due centri della riabilitazione, parliamo di oltre 200 nuovi posti letto in alcuni casi con complessità di cure, ci vogliono i dipendenti necessari. Quando presenterá i piani assunzionali?

Ci viene il dubbio invece – aggiunge l’esponente ionico di Sinistra Italiana – che il presidente stia pensando di affidare il tutto con gare pubbliche, nella massima trasparenza ovviamente, a ditte, aziende , consorzi privati. Non voglio ipotizzare scenari che ancora non sono confermati dei documenti, ma se il presidente/assessore annuncia, anche con presenze in loco, la trasformazione degli ospedali con l’apertura di queste nuove mission sanitarie, se non c’è il personale vuol dire che si parla del vuoto pneumatico. Ecco perché pensiamo che realisticamente l’orientamento del presidente/ assessore è quello di appaltare ai privati questi altri 200 posti letto. Da molto tempo stiamo scrivendo queste cose, da oltre un anno ci battiamo contro l’allargamento ai privati della gestione dei servizi ospedalieri nella Sanità pugliese.

Nessuno ci risponde per smentire – conclude Borraccino, e mai come in questo caso ci piacerebbe essere sbugiardati.
Forse vale il vecchio detto : chi tace acconsente!»

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