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Mentre la Scuola Ionica, Istituti superiori compresi i Licei, ignora il Centenario della nascita di Giuseppe Berto, (1914 – 1978) l’autore di “Anonimo veneziano” e “Il male oscuro”, scrittore che ha scritto pagine esemplare su Taranto tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si pubblica un libro in cui molte pagine sono dedicate proprio alla città di Taranto e alla Puglia.

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A Taranto Giuseppe Berto, infatti, ha dedicato alcune delle pagine più belle e importanti legate alla sua attività di giornalista, ma anche di profondo conoscitore della Magna Grecia. Erano gli anni in cui Berto viaggiava tra i luoghi di quelle città del Sud che hanno caratterizzato anche il suo essere scrittore e il suo confrontarsi con la geografia dei Mediterranei.

Credo che le scuole italiane dovrebbero proporre delle letture riguardanti, appunto, Giuseppe Berto non solo perché siamo in pieno centenario della nascita, ma perché Berto rappresenta lo scrittore che fa da spartiacque tra il realismo letterario e il post realismo, tra la favola raccontata in letteratura e il rapporto tra scrittura e psicologia, tra teologia del linguaggio e letteratura cattolica.

Ma le scuole Ioniche e meridionali, tranne quelle della Calabria la cui promozione culturale della scuola è esemplare grazie alla Regione Calabria e al suo Assessore alla Cultura prof. Mario Caligiuri, non conoscono Giuseppe Berto, oppure sono completamente assenti per ben altre motivazioni anche di natura ideologica. Basta sfogliare le antologie scolastiche.

Invito le scuole a confrontarsi, attraverso gli alunni, con lo scrittore di ‘Anonimo veneziano’ e dell’autore che maggiormente ha assorbito la lezione di Italo Svevo. Taranto, per Berto, come per Carlo Belli completamente dimenticato, rimane una città sulla quale sono state scritte pagine significative e pubblicati capitoli interi sul magico e sul realismo. Ma sono completamente ignorati. Ci sono motivazioni ideologiche e di non conoscenza profonda sugli scrittori del Novecento che ho documentato nel mio “Giuseppe Berto. La necessità di raccontare”.

Fanno male le scuole di Taranto e provincia che ignorano uno scrittore che è stato a Taranto, ha scritto su Taranto e per Taranto in un confronto con Carlo Belli già prima della nascita del Centro Siderurgico, ed ha fatto l’inviato speciale per Taranto.
Le scuole di Taranto dovrebbero avere il dovere di far conoscere Giuseppe Berto anche perché recentemente è stato pubblicato un testo nel quale si parla di Taranto e in un suo Racconta si cita addirittura l’evento della presenza di una balena nel mare di Taranto. Evento di cui si occupò la stampa nazionale.
Poi Berto è Magna Grecia, è viaggio nei mito, è attraversamento nei simboli. Perché non scavare in un Novecento che la Scuola Ionica ignora? Perché dimenticare le identità e i legami con le culture altre?

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