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Finalmente in Italia riusciamo a produrre opere interessanti utilizzando plot narrativi anglosassoni ed americani ma con un “tocco” originale che evita scimmiottature e copie al limite della pedestre traduzione. Se questo è vero per il cinema (“Il racconto dei racconti” e “Lo chiamavano Jeeg Robot”, due titoli su tutti) lo è altrettanto per quanto riguarda la letteratura, grazie alla trilogia che Francesco Cotti ha ultimato quest’anno dando alle stampe “Collera dal mare”.

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Una trilogia cominciata con “La giusta decisione” nel 2007, proseguita con “Futuro ignoto” nel 2012 e terminata nel 2016 con “Collera dal mare”, che racconta – come annuncia il sottotitolo – “Una battaglia per la libertà”. Leggere questo libro è appassionante, ed è sorprendente constatare la lungimiranza dell’Autore che anni fa è riuscito a prevedere scenari geopolitici oggi drammaticamente sempre più attuali.
Raccontare un romanzo come questo senza dire nulla della trama non è facile, ma è doveroso, anche se nessuno spoiler potrebbe togliere al lettore il piacere della scoperta dei tanti colpi di scena o l’immergersi dei dettagli descrittivi che costellano le pagine di questo libro, peraltro molto più “ricco”, sia di pagine, che di personaggi che di intrecci narrativi, rispetto ai due precedenti. Anche in “Collera dal mare” emerge evidente la competenza di Francesco Cotti nel trattare determinati argomenti, mantenendo un doveroso riserbo sui particolari che non possono essere divulgati ma offrendo interessanti “dietro le quinte” di uomini, mezzi e situazioni operative delle nostre Forze Armate.

Il romanzo è godibile per il lettore digiuno di “cose” militari, ma si rivela una vera ghiottoneria per chi abbia la passione per un certo tipo di storie, trovando nelle oltre 700 pagine del volume citazioni di mezzi e attrezzature come è raro constatare in romanzi di autori ben più celebrati. A tutti, inoltre, “Collera dal mare” offre interessanti suggerimenti per scoprire o approfondire episodi e personaggi della storia recente, spesso taciuti dai media o raccontati in maniera a dir poco superficiale: valga ad esempio la citazione di Qasim Yusaf Khel, del raid di Son Tay o della crisi dell’isola di Perejil, solo per citarne alcune.

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Per i lettori ionici inoltre, una ulteriore chicca: uno dei protagonisti transita dall’aeroporto di Grottaglie e si imbarca per la sua missione su un sommergibile che salpa da Taranto: ammetto che “vedere” il Ponte Girevole ed il panorama che lo affianca attraverso le parole di Francesco Cotti è stata una emozione particolare.

Un romanzo, “Collera dal mare”, che è anche spietatamente sincero, non solo nel descrivere combattimenti e conflitti a fuoco, ma anche situazioni meno “esplosive” ma altrettanto meritevoli di un salutare strappo al “politically correct” imperante, come quando descrive la considerazione in cui sono tenute da decenni le Forze Armate in Italia da parte di tutti i governi o l’incivile modo in cui troppi abbandonano i rifiuti di ogni genere sull’isola di Lampedusa.

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