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La Camera dei Deputati approva un emendamento al decreto sugli enti locali e, di fatto, proroga le concessioni demaniali fino alla scadenza del 2020.

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Una decisione che congela la situazione attuale, con gli imprenditori del settore che possono continuare a lavorare in attesa della legge di riforma di un modello, quello italiano di gestione delle concessioni demaniali, che l’Unione europea continua ad attaccare, invocando concorrenza e l’adeguamento ai modelli comunitari.

L’ultimo degli assalti risale al 14 luglio scorso, quando la Corte europea di Giustizia ha bocciato il sistema automatico di rinnovo delle concessioni italiane. “Non rispetta i principi della concorrenza e non permette una selezione dei candidati”, hanno sentenziato i giudici europei, alimentando un fuoco che brucia ormai da tempo.

L’Italia può vantare un modello unico di gestione delle concessioni demaniali marittime e lacustri, fatto di piccole imprese a conduzione familiare, che negli anni hanno investito in strutture e servizi per i bagnanti. Un modello che ha fatto la storia della ricezione turistica italiana, trasformandola in una vera eccellenza mondiale. Da anni, però, l’Europa sta chiedendo all’Italia di rinnovare questo sistema, di adeguarlo alle regole comunitarie sulla concorrenza e sul libero mercato.

Un incubo che ha preso il nome dell’allora commissario europeo, l’olandese Bolkestein, ma che da oggi, con le aperture di Governo e Parlamento, sembra far meno paura agli imprenditori italiani. Con l’emendamento al decreto sugli enti locali approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, infatti, “è stato fatto il primo passo verso il riordino generale della disciplina – ha detto il Ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa – che terrà conto della professionalità, dell’esperienza e dei sacrifici degli imprenditori italiani”. Parole e azioni che hanno raccolto la soddisfazione di Oasi Confartigianato, la sigla che riunisce più di 1500 imprese del settore.

Siamo contenti che il Governo abbia finalmente sposato le idee e le soluzioni che proponiamo da tempo – ha sottolineato Domenico D’Amico, Presidente di Confartigianato Taranto – ora vogliamo la legge che riscriva le regole, basata su due principi fondamentali: il riconoscimento dell’esperienza e la valorizzazione delle professionalità del settore”.

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