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Scuole in Puglia. Genitori nuovamente nel caos oggi, a seguito dell’ordinanza del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che decreta, per le Province di Bari e Taranto, la sospensione della frequenza scolastica in presenza e rinnova la fruizione della didattica a distanza per tutti.

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Già dalla serata di ieri è partito il tran tran di messaggi nei gruppi WhatsApp, domande, richieste di chiarimenti.

Ognuno leggendo l’Ordinanza si sforza di comprenderne le motivazioni, cercare una ragione a questo accanimento contro la scuola in presenza e perché non si è intervenuti da subito su altri scenari ben più allarmanti e contenenti rischi molto maggiori.

Il presidente Emiliano avrebbe giusto anticipato di qualche giorno quelle che potrebbero le decisioni del Governo con il Comitato Tecnico Scientifico per le zone, in Italia, ritenute particolarmente a rischio e apprendiamo che le province di Taranto e Bari potrebbero con molte probabilità passare direttamente in zona rossa, quindi un nuovo lockdown, come un anno fa.

Sicuramente i numeri parlano chiaro, la curva dei contagi non sembra dare segnali di una via d’uscita; sicuramente la situazione è molto tragica, i dati dei contagi, dei ricoveri e dei decessi sono davvero allarmanti.

Ma purtroppo a farne le spese sono sempre i bambini e i ragazzi.

I più piccoli in particolare, e coloro i quali hanno dovuto affrontare un passaggio, un cambiamento, un nuovo traguardo, come i bambini di prima elementare, o i ragazzi di prima media primo superiore, che hanno dovuto affrontare la conclusione di un ciclo in lockdown e l’inizio di un nuovo percorso con più numerose regole, protocolli, restrizioni.

Oggi dovrebbe essere l’ultimo giorno in cui c’è la possibilità di frequentare le lezioni in presenza, da domani tutti a casa.

C’è la possibilità per alcuni alunni di continuare a recarsi in classe e sarebbero: “alunni e studenti figli di personale sanitario, o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione oppure “qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali” citando l’ordinanza.

Disposizioni che destano interrogativi e non poca indignazione, come interpretare le categorie di lavoratori? Perché chi fa un lavoro che non rientra nelle categorie indicate è meno considerato o meno tutelato?

E soprattutto, nessuno usa la scuola come “parcheggio” per avere la mattina libera per adempiere alle proprie occupazioni, di qualsiasi natura.

I genitori si battono per la presenza perché questa pandemia sta causando un disagio generazionale, perchè non è la stessa cosa seguire una lezione da casa, perché il confronto con l’insegnate e la classe è distorto, perché molte famiglie (per lavoro, per condizione sociale o culturale…) non sono in grado di seguire i ragazzi, che per quanto autonomi si possano rendere, vanno comunque sorvegliati e assistiti.

– “Ma da domani quindi a casa?”
– “Pare di si, attendiamo la circolare della scuola.”
– “Ma tanto finiremo in zona rossa quindi staranno a casa sicuro”
– “Ma in classe nostra 3 bambini potrebbero frequentare, come funziona per loro e per gli altri da casa?”

…. Stai a casa, due settimane, vai a scuola… una settimana… stai di nuovo a casa… chissà quando si ritorna a scuola.

Poveri bambini, proprio loro, che le regole le hanno sempre rispettate. Dall’inizio.

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