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«Due anni per un nulla di fatto e per trovarsi di fronte ad un paradosso: il decreto che doveva salvare Taranto, le sue imprese ed il futuro delle sue famiglie, è diventato il suo nemico n.1. In Parlamento, Forza Italia ha presentato una serie di emendamenti che rappresentano la chiave di volta delle criticità emerse. Noi restiamo, comunque, aperti ad ogni altra soluzione purché sia migliorativa rispetto a quanto da noi proposto e risolva in modo chiaro, definitivo e netto la questione del pagamento dei debiti pregressi delle imprese dell’indotto e degli autotrasportatori». Lo dichiara il consigliere regionale, Pietro Lospinuso.

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«250 imprese – aggiunge Lospinuso – rischiano di fallire, senza possibilità di rialzarsi, semplicemente perché si sono fidate dello Stato durante la gestione commissariale. L’Ilva, fino a due anni fa, era una realtà industriali più imponenti d’Europa, con un fatturato di oltre 6 miliardi di euro. Nel 2013, il commissario straordinario Bondi prevedeva ricavi quasi dimezzati per 3.65 miliardi di euro.

Ed oggi, il commissario Gnudi presenta al Tribunale di Milano istanza per l’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria. Il mancato approvvigionamento di materie prime, dovuto al giusto sciopero degli autotrasportatori, sta mettendo a repentaglio la funzionalità dello stabilimento, determinandone la chiusura. Risultati disastrosi realizzati da un management evidentemente non all’altezza della mission.

Così – prosegue Lospinuso, oggi, siamo arrivati a 250 milioni di debiti dell’azienda nei confronti delle imprese dell’indotto: realtà economiche che danno lavoro a circa 3.500 dipendenti e a cui il governo continua a non offrire garanzie. Siamo ai prodromi di un’emergenza sociale senza precedenti nel nostro territorio e in Italia, ed è per questo che oggi sarò a Roma a manifestare con le imprese e gli autotrasportatori, nella speranza che Renzi ci ascolti.

Faccio appello anche al Presidente della Provincia di Taranto Tamburrano, affinché convochi d’urgenza la Consulta provinciale dello Sviluppo per proporre – assieme ai Sindaci, ai Parlamentari e alla Giunta regionale – iniziative e manifestazioni comuni.

In particolare, chiedo al Presidente Tamburrano di considerare l’opportunità e l’urgenza di proporre, in seno alla Consulta e poi al governo nazionale, misure dirette al pagamento dei debiti in maniera certa o che se ne preveda l’estromissione dai vincoli della procedura straordinaria.

Dobbiamo prendere spunto da quanto accaduto per difendere le acciaierie di Terni, dove un’intera città si è unita per far sentire il suo grido di dolore. Non è accettabile che siano messi in discussione, senza offrire garanzie, i debiti di chi ha continuato a lavorare in buonafede, facendo affidamento sulla serietà dello Stato.

Salvare Taranto deve essere un obiettivo comune – conclude Lospinuso – ed io ci sono, in prima linea, con la mia terra. È una situazione drammatica, ma se siamo uniti possiamo farcela».

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