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In questo lungo fine settimana, le due questioni che si dibattevano un po’ dovunque, in salotti e bar della provincia ionica, erano di solito due: l’inaugurazione dell’Expo a Milano ed il prevedibile strascico di proteste più o meno violente e la sfida a distanza tra i concerti di Roma e Taranto.
Dell’uno e degli altri eventi molto hanno parlato i media nazionali e locali, in fondo non ci voleva la palla di cristallo per prevedere determinati eventi, e lasciano in effetti amaramente stupite le reazioni di coloro che si stupiscono e si indignano per i disordini milanesi così come per il “no’ ne’ stonn’turnise!” opposto – pare a – chi chiedeva contributi economici per il concerto tarantino. Che poche decine di imbecilli organizzati avrebbero messo a ferro e fuoco Milano era quasi scontato, le avvisaglie c’erano tutte, ed adesso ci si può solo divertire sulle varie analisi dietrologiche, dalla presenza di infiltrati a manifestanti con Rolex e coca-cola, dalla incapacità di arginare le frange più violente da parte dl movimento “no-expo” alla mancata volontà di farlo da parte delle Forze dell’Ordine, come se tra il “lassaiz faire” e la caserma Diaz non ci potesse essere una via di mezzo.

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Taranto, dove pure i motivi per incazzarsi non mancano, invece ha accolto e coccolato centinaia di migliaia di persone, le ha fatte cantare e ballare, ha dimostrato per il terzo anno consecutivo che si può realizzare anche quello cha molti sembra impossibile, se c’è determinazione e volontà. Certo occorre dire che il merito va a quei pochi o tanti tarantini che si sono rimboccati le maniche, hanno sudato sotto il sole e sotto la pioggia, hanno organizzato, coordinato e sistemato tutto quanto necessario perché il concerto tarantino fosse solo ed esclusivamente una bella festa di musica e di gente. Si potevano evitare pipponi retorici sul palco più adatti a processi popolari senza contraddittorio? Forse si. Si poteva smentire il generalizzato “quanna è gratis ongenme tutto”, specie da parte di chi – direttamente o indirettamente – dal concerto ha avuto in ritorno di immagine se non economico? Certo che si. Ma credere, o meglio illudersi che a Milano nessuno avrebbe trasceso così come ipotizzare che a Taranto ci sarebbe stata una corsa alle donazioni volontarie sarebbe stato molto più che ingenuo. La Storia è li ad insegnare con il passato come prevedere il presente, e l’ottimismo della volontà non può mai essere disgiunto dal pessimismo della ragione, specie in chi – deve poi fare i conti con l’oste.

Comincia una nuova settimana, ora si parlerà di legge elettorale e della incostituzionalità del blocco delle pensioni, la settimana dopo sicuramente si arroventerà il clima della campagna elettorale, e via di questo passo, con qualche spruzzata di indignazione per i tanti migranti in arrivo e per qualche scaldaletto che periodicamente salta fuori. Tutte occasioni dove, ancora una volta, tutti noi potremo far finta di stupirci di eventi che immaginavamo benissimo potessero accadere. In fondo l’Italia – e non solo – pare essere una nazione fondata sulla ipocrisia.

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