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«In Italia circa 1 persona su mille ogni anno viene colpita da arresto cardiaco e soltanto il 2% riesce a sopravvivere (dati Ministero della Salute); ciò è determinato dal tempo di intervento dei soccorritori.» Lo ricorda in una nota Renato Perrini, consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti.

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«Per la persona colpita da arresto cardiaco – evidenzia Perrini, ogni minuto che passa è di vitale importanza: in soli 60 secondi, infatti, si abbassano del 10% le sue possibilità di restare in vita. In Italia le vittime di arresto cardiaco sono oltre 70mila ogni anno e oltre l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie: a casa, negli uffici pubblici, nelle strade, sul lavoro. La fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare senza polso, sono le aritmie riscontrabili in circa l’85% dei casi di arresto cardio-circolatorio e l’unica terapia efficace, in questa circostanza, è la defibrillazione cardiaca precoce.

Molte vite sono state salvate con i DAE, apparecchi che per essere utilizzati richiedono alcune ore di formazione. Si tratta di defibrillatori semi-automatici che possono offrire al paziente molte possibilità di salvezza, fino all’85%. Sono dispositivi medici che possono essere utilizzati sia in strutture sanitarie sia in qualunque altro tipo di strutture, fisse o mobili, stabili o temporanee.

Il panorama legislativo nazionale in materia non è completo – rimarca Perrini – ma anche a livello regionale si registrano solo iniziative spot che non abbracciano l’intero territorio, sono settoriali e non prendono in considerazione la necessità di trasformare l’intera Puglia in una regione “Cardioprotetta”. Ecco perché chiedo di avviare l’introduzione “sistematica” dei defibrillatori semiautomatici in tutti i luoghi e gli uffici pubblici, anche attraverso una legge regionale ad hoc, contribuendo così, in maniera organica e non discriminata, ad abbattere le morti evitabili dovute ad arresto cardiaco improvviso.

La legge – conclude Perrini – potrebbe anche valutare la possibilità di affidare la governance, il coordinamento tecnico e la stessa formazione, alle Asl territoriali per il tramite dei centri 118.»

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