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«Presso l’Arsenale della Marina Militare di Taranto, ormai da oltre 3 anni, si sta consolidando una prassi che presenta diverse criticità. Si registrano infatti oltre 100 militari che sono transitati ai ruoli civili della Difesa.» Lo afferma in una nota l’Onorevole Donatella Duranti.

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«Nello specifico – aggiunge la parlamentare ionica – i componenti delle Forze Armate sono riformati per motivi di salute e quindi assegnati ai profili tecnici dell’Arsenale, per poi alcuni di loro – dati i motivi di salute alla base del transito –essere destinati a ricoprire profili amministrativi.

Si tratta di un fenomeno che necessita di elementi di chiarezza per le ricadute sul futuro dello Stabilimento, ma non solo. Per questo ho interrogato, in sede di “Question Time” in Commissione, il Ministro della Difesa.

Risulta innanzitutto particolare la circostanza che vede un certo numero di militari – peraltro molti nati negli anni ’80, quindi giovani – portatori di patologie che ne impediscono la congruità con il profilo militare.
Oltremodo, sempre a causa di queste patologie, alcuni di loro una volta transitati come tecnici vengono riassegnati in impieghi amministrativi. E’ d’uopo ricordare a tal proposito come i profili tecnici siano i più utilizzati e necessari nelle lavorazioni dell’Arsenale, nonché quelli carenti fino a poco tempo fa a differenza di quelli amministrativi.
Con l’istituto del transito, quindi, si è venuta a creare una situazione per cui la carenza di profili tecnici sembra essere stata coperta ma in realtà così non è.

Giova ricordare – evidenzia l’Onorevole Donatella Duranti – che nel 2016 il Comune di Taranto aveva accettato di dirottare una parte delle risorse destinate al suo sviluppo verso l’Arsenale stesso, nella convinzione che potesse svilupparsi un rapporto sinergico che vedesse innanzitutto la riapertura all’esterno della scuola di mestieri “Allievi Operai”; che vedesse assunzioni di personale tecnico per incrementare l’internalizzazione di attività manutentive e che realizzasse il progetto di “acciaio a km 0” dalla rottamazione delle UUNN in disarmo all’Ilva di Taranto, per offrire opportunità lavorative anche all’indotto jonico.
Ad oggi quegli accordi, seppure informali, risultano completamente disattesi.

L’ingresso degli ex militari fa abbassare l’età media, ma fa aumentare i costi della spesa per il personale e, comunque, non risponde alle effettive esigenze lavorative dell’Arsenale MM di Taranto per difficoltà ad impiegare una parte di loro in modo utile e conforme al profilo assegnato a causa delle problematiche di salute.

La risposta che ho ottenuto in sede di “Question Time” è insoddisfacente e non riduce le preoccupazioni alla base del mio intervento. Dal Ministero, infatti, non hanno solo fotografato l’esistente – a sottendere di come sia “fisiologico” il processo in atto – ma hanno confermato la preoccupazione affermando che “la componente civile della Difesa sta ricevendo alimentazione dal personale delle FFAA giudicato non idoneo al servizio militare (…)” e hanno ribadito che non sono previsti strumenti normativi per rispondere al mancato turn over degli scorsi anni. Sulla Scuola Allievi Operai, infine, un generico “stiamo svolgendo approfondimenti (…)”.
È’ invece necessario, a mio giudizio, che il Governo, attraverso il ministero della Difesa e quello della Funzione Pubblica, individui immediate e diverse soluzioni che sappiano dare una prospettiva futura reale all’Arsenale di Taranto e ai dipendenti civili.

Al tempo stesso – conclude l’On. Duranti – è per me doveroso comprendere se siano garantite le tutele della salute dei giovani militari che, come detto, debbono lasciare il servizio dopo pochi anni per sopravvenute patologie

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