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«Accogliamo con attenzione ed interesse le parole pronunciate in questi giorni dal Premier Renzi circa l’idea di un intervento pubblico per il siderurgico Ilva di Taranto. Essendo questa una proposta che sentiamo nostra, avanzandola da tempo ormai come una soluzione possibile alla gravissima situazione sanitaria, ambientale ed economica della provincia jonica, diciamo sin d’ora che non ci sottrarremo al confronto con il Governo.» Lo dichiarano in una nota l’Onorevole Donatella duranti e Maurizio Baccaro, coordinatore provinciale Sel Taranto.

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«Per questo – aggiungono la Duranti e Baccaro – vogliamo sapere quali sono le reali intenzioni in campo, non essendo tollerabile una operazione sulla falsariga di quella che ha portato alla vendita dell’ Alitalia.

L’intervento pubblico deve avere come primo obiettivo il pieno ed effettivo risanamento, comprensivo ed attuativo di tutte le prescrizioni Aia, e deve definire a monte le risorse da utilizzare, prevedendo l’effettivo sblocco dei fondi sequestrati alla proprietà Riva e l’esclusione di qualsiasi coinvolgimento della famiglia stessa.

I costi di questa operazione – ribadiscono la Duranti e Baccaro – non dovranno gravare assolutamente sulla collettività e chiediamo per questo da subito un piano di recupero di quanto sarà investito.

Non è possibile continuare a giocare sulla pelle dei tarantini, ed è arrivato l’ultimo momento utile per sviluppare una seria strategia industriale.

Proprio su questo terreno sfidiamo inoltre quello che il Premier ama definire il governo del “cambiamento”. Si potrebbe infatti facilmente “cambiare verso” alle politiche aziendali ed ai rapporti di forza interni applicando un nuovo modello di governance, prevedendo per il siderurgico la creazione del “Consiglio di sorveglianza” così come previsto dal modello tedesco.

Sarebbe una innovazione senza pari nel campo dei diritti – concludono la Duranti e Baccaro, permettendo l’istituzione di un consiglio, operativo e riconosciuto, composto dalle rappresentanze di azienda e dei lavoratori oltre che da rappresentanze di tutti i cosiddetti “portatori di interesse”, quali Comune, Regione, Arpa e le associazioni ambientaliste riconosciute

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