Pubblicità in concessione a Google

Nel novembre del 2008 Barack Obama fu eletto 44º presidente degli Stati Uniti d’America, primo afroamericano a ricoprire la carica; quattro anni dopo fu rieletto, sottolineando un risultato storico che segno un evidente passo avanti della società americana e ne evidenziò i cambiamenti sociali ed etnici in atto.

Pubblicità in concessione a Google

Noi in Italia, a maggio del 2006 eleggemmo Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che venne poi riconfermato come Capo dello Stato ad aprile del 2013, divenendo il primo Presidente della Repubblica italiano ad essere chiamato per un secondo mandato, oltre che il più anziano al momento dell’elezione nella storia repubblicana. A segnare ulteriormente le ifferenze di la e di qua dell’Oceano, mentre a Napolitano è succeduto Sergio Mattarella – un politico tutt’altro che nuovo, alla Casa Bianca – molto probabilmente – dopo Obama siederà Hillary Clinton, prima donna ad assumere questo incarico. Certo il paragone è impietoso, ma “si parva licet componere magnis”, il confronto è utile per comprendere come determinati meccanismi falliscono mentre altrove hanno successo. Tra poco più di un mese si voterà in Puglia per eleggere il successore di Nichi Vendola, un apuntamento tanto importante quanto – apparentemente – poco sentito; nel centrodestra – nelle ore in cui scriviamo – imperversa la bagarre candidati con Schittulli e la Poli Bortone che riportano in salsa regionale la crisi tra Berlusconi e (non solo) Fitto. Nel centrosinistra, a parte una timidissima campagna per le primarie, che a più di qualcuno è sembrata più una sorta di atto dovuto che un confronto giocato da tutti i contendenti con la stessa convinzione di vincere, Michele Emiliano sostanzialmente tace, probabilmente sicuro della sua vittoria.

In America buona parte della campagna elettorale è stata condotta e giocata grazie alle nuove tecnologie, a partire da Internet, tramite la quale sono state veicolati spot elettorali e slogan, condotti sondaggi, raccolte proposte e risorse economiche. Qualcosa di simile in Italia si è avuto con Matteo Renzi e – in misura simile nelle apparenze ma diversa nella sostanza – con i vari siti internet a sostegno di Silvio Berlusconi. Purtroppo in tanti continuano a credere che la Rete offra risorse illimitate a costo zero, ignorando che anche nell’impiegare strumenti apparentemente semplici serve attenzione e competenza, pena il rischio di esporsi a figuracce epocali, come capitato ultimamente ad alcuni politici nazionali con i loro improvvidi twit. Non meno peggiori sono immagini e dichiarazioni riportate sulle pagine dei social network, che espongono i maldestri utenti allo scherno quando non alla pubblica disistima.

Avvicinandoci ancor più alle nostre parti, siamo messi – se possibile – ancora peggio, se è vero come è vero che sul sito istituzionale della Provincia di Taranto, a diversi mesi dalle avvenute elezioni, ancora non sono stati pubblicati i nomi del Presidente e dei consiglieri eletti.

provincia Taranto ConsiglioNon stupisce più di tanto quindi, che partiti e movimenti, salvo qualche eccezione, non abbiano siti internet ufficiali ed aggiornati, attraverso i quali il cittadino elettore possa farsi una idea dei loro candidati e dei relativi programmi. A un mese e mezzo dalle elezioni regionali si vede affisso qualche manifesto che annuncia la candidatura di un politico grottagliese, ma per il resto tutto tace, anche se è difficile pensare che il Web non peserà sui risultati; sarà però interessante scoprire se e come i vari partiti impegnati riusciranno a colmare il gap – di mentalità, ancora prima che tecnico-pratico – che li ha tenuti lontani dalla Internet, se deideranno di tentare un “fai da te” al limite del suicidio politici o se decideranno di affidarsi a professionisti della comunicazione, se si riproporranno “santini elettorali” con immagini e slogan vechi di decenni (squadra che vince non si cambia?) o se si immagineranno modalità più innovative per fare breccia nella disillusione e nella sfiducia di un elettorato in cui astensione e scheda bianca sono sempre più in aumento.

Insomma, ritornando a quanto detto in apertura, Barack Obama qualche anno fa ha lanciato la Rete, vedremo se i “nostri” politici sapranno usarla per pescare voti o vi rimarranno impigliati…

Pubblicità in concessione a Google